· Città del Vaticano ·

La nottata

 La nottata  ODS-018
03 febbraio 2024

Dall’archivio di «Gocce di Marsala», il giornalino degli ospiti dell’Ostello intitolato a don Luigi Di Liegro nei pressi della Stazione Termini, riprendiamo questo testo scritto da un amico che ci ha lasciato qualche anno fa.



Mi ritrovo coricato, tanta è la stanchezza. Non mi accorgo nemmeno com’è gelido e duro il lastrico di pietra del viale. Il freddo si infila sotto i vestiti e la poca carne ai fianchi mi duole, premuta tra le ossa e la pietra. Sento, ma non sono sveglio, da un angolo della bocca imbratto il sacco di bava, è il mio cuscino, mi fa tenere il collo storto, è troppo alto.

Ogni volta che apro gli occhi, mi sento addosso tutta la luce gialla, ocra e forte delle lampade del viale. Mi riparo gli occhi con il collo tirato del maglione in cerca di buio e caldo.

Il risveglio è improvviso, il cielo pieno di sole mi restituisce la vista a poco a poco. Non posso indugiare perché un brivido di freddo mi fa saltare: lo spruzzo di un idrante col quale i giardinieri del comune puliscono il viale.

Con la bocca e gli occhi impastati, stranito, con la schiena dura e pesto ai fianchi, cambio posto. Vado nel verde di un giardino alberato sotto una muraglia. Alzo gli occhi, tra le fronde degli ippocastani, dove sono più folti, passano raggi gialli nell’ombra trasparente; ascolto il chiasso dei passeri stonati e invisibili sui rami.

Raccolto in me, penso: se potessi dormire qui, in mezzo a questo verde, nel silenzio, nel buio naturale della notte, non in quello artificiale. Con questo pensiero comincio le ore giornaliere.

Alberto Balletta