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DONNE CHIESA MONDO

L’esperienza di una giovane comunità spagnola

Nuove agostiniane

 Nuove agostiniane  DCM-002
03 febbraio 2024

Le Agostiniane della Conversione sono nate in Spagna nel 2000 come un germoglio del tronco dell'Ordine di Sant'Agostino. «In un ordine con una tradizione antica come la nostra - spiega la loro fondatrice, madre Prado González -i cammini nuovi non lo sono mai tanto da essere qualcosa di diverso né sono tanto antichi da non essere più necessari. Sappiamo di essere e ci sentiamo l'umile inizio di un'esperienza 'sempre antica e sempre nuova'. Il carisma rimane intatto».

A vent’anni, nella sua città natale Talavera de la Reina, grosso centro nella comunità autonoma di Castiglia-La Mancia, Prado Gonzales è entrata in un convento di agostiniane votate all’insegnamento, attività a cui si è dedicata nei vent'anni successivi. Ha iniziato un percorso spirituale con un'esperienza della contemplazione illuminata dalle nuove forme di vita religiosa e con un intimo desiderio di vivere l'ecumenismo e un dialogo profondo con il mondo. Ascoltata e incoraggiata dal suo direttore spirituale, ha potuto in seguito incontrare il Generale dell'Ordine agostiniano, padre Miguel Ángel Orcasitas. È in quel momento che ha preso il via il progetto, a cui si sono unite altre sei suore, ospitate dal vescovo di Palencia nel monastero cistercense di S. Andrés de Arroyo e Becerril de Campos. «Lì, per dodici anni, come piccola comunità, abbiamo vissuto un'esperienza di grazia nella povertà, nella solitudine, nella preghiera umile e silenziosa, nello studio approfondito della teologia, dell'antropologia e della filosofia. Volevamo scoprire il nostro carisma all'interno di quello agostiniano, la spiritualità, il pensiero, la liturgia, il modo di vivere che ci erano propri». Pian piano sono cresciute. «Eravamo poco conosciute, non ricevevamo visite né applausi. Ma questo ci ha dato la libertà di ascoltare chiaramente la voce dello Spirito», afferma.

Ciò che all’inizio sembrava una novità, di dubbia fedeltà al carisma, dopo diversi anni di cammino si è consolidato in un'esperienza chiaramente agostiniana, «com’è accaduto alle comunità che dopo il Concilio hanno adottato la clausura costituzionale per poter esercitare la pastorale educativa o aprire una residenza per studenti interpretando i desideri dei loro fondatori», racconta Prado González. «Ci hanno aiutate i vescovi di Palencia e i nostri Generali: padre Robert Prèvost (oggi cardinale e prefetto del Dicastero per i Vescovi) e padre Alejandro Moral, come pure altri sacerdoti che ci hanno accompagnate con discrezione e saggezza».

La fonte ispiratrice di questa giovane comunità consiste «nell'urgenza di un ritorno dell'uomo a Dio, a cui vogliamo contribuire con la nostra vita, per renderlo possibile, luminoso, fecondo». Lo fanno nel quadro di una fedeltà creativa a una tradizione che conferisce sicurezza e fiducia ai loro passi. Le loro chiavi sono quelle della vita religiosa: contemplazione, fratellanza e apostolato, nutrite a loro volta dalle tre fonti del loro carisma: la Parola di Dio, il patrimonio spirituale e teologico di Agostino e i tratti distintivi degli Ordini Mendicanti. «Viviamo con molta umiltà, perché sappiamo che il cammino è ancora da fare. Desideriamo vivere una vita profondamente umana, completamente impegnata nella ricerca di Dio, nell'amore per Cristo, la sua Parola e la Chiesa; una vita che lasci trasparire la bellezza, l'amore, la verità e l'unità di Dio, il nostro unico bene comune», rivela Gonzales.

Già costituite come Federazione della Conversione, si definiscono Monache Agostiniane Contemplative, con un modo nuovo di vivere la contemplazione e il carisma agostiniano. Riconosciute dall'Ordine e dalla Chiesa nella loro novità e fedeltà al carisma, la loro singolarità è una clausura aperta che consente un lavoro pastorale all'interno del monastero e anche, occasionalmente, al di fuori di esso. Oggi sono presenti nel Monastero della Conversione, a Sotillo de la Adrada, (Ávila); nel Monastero dell'Incarnazione, a Lima (Perù) e nel Monastero di Mother Good Councel, a New Lenox, Illinois ( usa ). Rendono inoltre testimonianza con la loro presenza nel Cammino di Santiago, nell'Ostello di Santa Maria, a Carrión de los Condes, a Palencia, e attualmente stanno fondando in Italia. Come spiega la stessa madre Prado, «i nostri monasteri vogliono essere un luogo di evangelizzazione a partire dalla fratellanza apostolica (hanno accolto alcuni rifugiati ucraini fuggiti dalla guerra, ndr.), dalla contemplazione, dallo studio e dalla predicazione; uno spazio di preghiera, conversione, comunione in mezzo al mondo, di accoglienza dove la ricerca e l'incontro, il dialogo e la comunione, la liturgia, la preghiera e una vita impegnata nei valori evangelici siano per l’uomo di oggi un'offerta, una proposta, una possibilità attraverso cui scoprire il senso della propria esistenza, la fede, il modo di viverla e l'impegno che comporta nel nostro mondo». Per questo, ogni settimana organizzano incontri di spiritualità, ritiri, esercizi, accompagnamento, campus.

La loro quotidianità è segnata dalla preghiera personale e comunitaria, dal silenzio, dallo studio, dai lavori domestici, dalle arti grafiche, dalla pastorale e dagli incontri fraterni, anche con tutte le comunità della Federazione, con le quali condividono uno spazio on line che hanno chiamato Laboratorio della Fede (Labfe) e un altro dedicato alle situazioni sociali emergenti che richiedono la loro attenzione e il loro impegno. Si mantengono con il lavoro. Oltre alla loro attività pastorale con adulti, giovani e bambini, le suore si dedicano alla lavorazione artigianale del cuoio e del legno, alla rilegatura e anche alla creazione artistica, con la realizzazione di icone, ceri, candele, biglietti e piccole pubblicazioni. A tutto ciò si aggiunge il contributo economico delle persone che le sostengono e le aiutano.

L’ingresso di nuove vocazioni nella Federazione generalmente è frutto dell'incontro con le suore della comunità, nelle attività che organizzano, nei corsi di teologia, nel Cammino di Santiago (al quale devono l'ingresso delle suore provenienti dall'estero) o anche in pellegrinaggi ad altri luoghi o nella Giornata Mondiale della Gioventù. «La motivazione principale per entrare nella nostra Comunità - spiega madre Prado - è la ricerca di Dio e l'incontro con una realtà religiosa e spirituale attraente, perché promette un incontro sincero con Gesù Cristo e con la Chiesa, nella fratellanza. I giovani di oggi non sono indifferenti né alla Verità né all'Amore, né alla ricerca di significato né alla responsabilità nella vita. Per molte giovani è questo il dramma dell’esistenza, e vengono al monastero stanche di una vita priva di significato, con molte domande, mancanze, desideri e chiamate a dare la vita per Cristo e per tutto ciò che da Lui proviene. Entrano cercando e nel monastero scoprono che è Lui a trovarle».

Poiché vivono nel tempo presente, si sentono chiamate ad ascoltare la voce dello Spirito, spogliandola «di alcune vesti della storia che oggi potrebbero non avere più valore o che possono e devono essere lette da angolazioni diverse e vissute in modi diversi», spiega.

di Ana Medina
Giornalista della Diocesi di Malaga e scrittrice

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