· Città del Vaticano ·

All’Angelus l’appello del Pontefice per Myanmar, Medio Oriente e Ucraina

Si ascolti il grido di pace della gente

 Si ascolti  il grido di pace della gente  QUO-023
29 gennaio 2024

Vicinanza alla comunità della chiesa di Istanbul colpita da  un attacco armato


«Per favore, si ascolti» il grido di pace «della gente, che è stanca della violenza e vuole che si fermi la guerra, che è un disastro per i popoli e disfatta per l’umanità!». Papa Francesco torna a invocare la cessazione dei conflitti in Myanmar, in Medio Oriente — Palestina e Israele —, in Ucraina e «ovunque si combatta». All’Angelus domenicale in piazza San Pietro, riguardo al Paese del sud-est asiatico da lui visitato nel 2017, ricorda che «ormai da tre anni il pianto del dolore e il rumore delle armi hanno preso il posto del sorriso che caratterizza la popolazione»; e unendosi all’appello di alcuni vescovi birmani affinché esse invece di distruggere «si trasformino in strumenti per crescere in umanità e giustizia», rimarca che «la pace è un cammino» e invita «le parti coinvolte a muovere passi di dialogo e a rivestirsi di comprensione, perché la terra del Myanmar raggiunga la meta della riconciliazione fraterna». Da qui l’esortazione a consentire «il transito di aiuti umanitari per garantire il necessario ad ogni persona». Auspicio esteso anche al conflitto mediorientale e nell’Europa dell’est, con la speranza «che si rispettino le popolazioni», viste le tante vittime civili causate dalle operazioni belliche. Affacciati accanto a lui dalla finestra dello Studio privato del Palazzo apostolico vaticano due ragazzi dell’Acr di Roma, in rappresentanza degli oltre duemila coetanei radunati in piazza San Pietro a conclusione dell’annuale Carovana della pace. Francesco, dopo aver ricordato anche l’attacco armato subito dalla comunità della chiesa di Santa Maria Draperis a Istanbul e la Giornata mondiale dei malati di lebbra, ha ceduto la parola ai due piccoli, i quali hanno letto un messaggio di pace.

L'Angelus