· Città del Vaticano ·

Riesplodono le violenze tra bande rivali. Almeno venti i morti. Rapite sei suore

Haiti
Un Paese sotto scacco

A woman and a child walk drive through a burning barricade, one of many across several ...
20 gennaio 2024

Port-au-Prince , 20. Barricate incendiarie, agenti di polizia dispiegati lungo le strade, popolazione in fuga: ad Haiti torna l’incubo delle violenze tra bande rivali. Da giorni, come già accaduto in passato, nella capitale Port-au-Prince, si registrano violenti scontri soprattutto nel quartiere di Solino. Sul terreno ci sarebbero anche diverse vittime, ma mancano ancora dati ufficiali. La Rete nazionaleper la difesa dei diritti umani riferisce per ora di almeno 20 persone morte in abitazioni date alle fiamme dai banditi o assassinate mentre cercavano di sfuggire agli attacchi.

Nel contesto di tali violenze, ieri sei religiose della Congregazione delle Suore di Sant’Anna sono state rapite, insieme ad altre persone. Le religiose si trovavano a bordo di un pullman in viaggio verso l’università di Port-au-Prince, quando sono state sequestrate da un gruppo di uomini armati. Il rapimento è stato confermato dalla Conferenza haitiana dei religiosi e delle religiose ed è stato deplorato con forza, in una nota, da monsignor Pierre-André Dumas, vescovo di Anse-à-Veau e Miragoâne: «Condanno con vigore e fermezza — ha detto il presule — quest’ultimo atto odioso e barbaro che non rispetta nemmeno la dignità di queste donne consacrate che si donano con tutto il cuore a Dio per educare e formare i giovani, i più poveri e i più vulnerabili nella nostra società». Offrendosi al posto degli altri sequestrati, Monsignor Dumas chiede il rilascio di tutti gli ostaggi e la fine di queste «pratiche criminali», invitando l’intera la società haitiana a «una vera e propri catena di solidarietà attorno a tutte le persone sequestrate nel Paese», al fine di ottenerne la liberazione.

Ma oltre ai rapimenti e agli scontri tra bande rivali, Haiti sta vivendo, in questi stessi giorni, anche molte manifestazioni antigovernative. A lanciarle è stato Guy Philippe, ex capo della polizia e politico locale, rientrato a dicembre nel Paese dopo una pena detentiva di 9 anni scontata negli Stati Uniti per riciclaggio di denaro legato al narcotraffico. In particolare, i manifestanti chiedono le dimissioni del premier Ariel Henry, salito al potere nel 2021, dopo l’omicidio del presidente Jovenel Moïse.