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Bailamme

I travestimenti dell’eterno

 I travestimenti dell’eterno  QUO-015
19 gennaio 2024

Gilbert Keith Chesterton, in un articolo pubblicato sul The Illustrated London News del 1926 e meritoriamente riproposto in traduzione italiana da Giovanni Molfetta nella raccolta di scritti del geniale autore britannico Giovani idee, la felicità di pensare pubblicato dalle Edizioni Ares, scrive che «l’anacronismo è solo il nome pedante dell’eternità». Con una sola frase il geniale autore inglese ribalta una prospettiva che pareva consolidata.

L’anacronismo è la bestia nera degli storici, lo considerato l’errore più grave che si possa commettere, ma al quale nessuno riesce mai a sfuggire del tutto. Parlando del passato è impossibile non riferirsi in qualche modo al presente, se non altro perché è dall’oggi che si osserva lo ieri: di ogni vicenda compiuta si sa come è andata a finire e questo condiziona il racconto che se ne fa, e prima ancora questo sapere ha condizionato la ricerca sulla quale il racconto stesso si basa.

È la questione del tempo, ne siamo prigionieri senza sapere di che materiale questa gabbia, dalla quale ci è impossibile uscire, sia fatta. Si è creduto a lungo nella rigida solidità delle sbarre che la compongono, nella oggettività immutabile dello scorrere delle ore, scandito dalle lancette dell’orologio. Prima Einstein con la teoria della relatività e poi la fisica quantistica nel suo insieme hanno però chiarito che il tempo è sfuggente, metà realtà metà apparenza, per molti aspetti è il nostro modo di guardare a quello che ci capita attorno, al limite è una nostra mania: ci cediamo così tanto che ci siamo convinti della sua esistenza. Siamo immersi in qualcosa che ci limita, ci condiziona e forse non esiste neppure!

Con una frase delle sue, Chesterton ci ricorda che le cose stanno altrimenti. Sotto lo sguardo di Dio, ossia nell’eternità, il tempo svanisce, evapora come la nebbia sotto i raggi del sole, e lascia vedere nella sua vastità e nella brillantezza dei colori che possiede il panorama prima nascosto. L’eternità è il futuro al quale siamo chiamati a partecipare sin d’ora. 

di Sergio Valzania