· Città del Vaticano ·

L’udienza agli sportivi di Athletica Vaticana

Al servizio della pace

 Al servizio della pace  QUO-014
18 gennaio 2024

Il discorso pronunciato dal Santo Padre lo scorso 13 gennaio in occasione del quinto anniversario di Athletica Vaticana è risuonato in tutto il mondo, in particolare tra gli sportivi. È stato un forte richiamo al valore dello sport nel costruire ponti, abbattere barriere e promuovere relazioni pacifiche. A questo proposito, la tregua olimpica votata dalle Nazioni Unite lo scorso dicembre su proposta del Principato di Monaco e a seguito di un appello del presidente del Comitato Olimpico Internazionale porta una speranza: quella di una pausa dei conflitti in tutto il pianeta, e il Santo Padre ha voluto ricordare questa speranza della tregua olimpica invitandoci a coglierla per rafforzare la fraternità tra i popoli.

La testimonianza di fede cristiana degli atleti di Athletica Vaticana in tutti i campi sportivi favorisce la fraternità in un mondo lacerato. Lo sport ha questo incredibile potere di unire le persone, di avvicinare i popoli e il Santo Padre ci ha ricordato che «non siamo isole: in campo, non importa la provenienza, la lingua o la cultura di una persona. Ciò che conta è l’impegno e l’obiettivo comune». Ci ricorda che, nonostante le differenze, siamo tutti membri della stessa famiglia umana: «Lo sport ha il potere di unire le persone, al di là dalle loro abilità fisiche, economiche o sociali. È uno strumento di inclusione che rompe le barriere e celebra la diversità».

Questo messaggio è stato accolto con grande gioia dagli atleti di Athletica Vaticana, giunti con le loro famiglie. Questi atleti hanno un ruolo unico da svolgere nel mondo dello sport. Nel richiamare le virtù dell’amatorialità che devono governare l’impegno degli atleti di Athletica Vaticana, il Santo Padre ha ricordato il ruolo di questi atleti. È questo ruolo e questo messaggio che il ciclista Rien Schuurhuis, con i colori di Athletica Vaticana, ha saputo trasmettere durante gli ultimi campionati mondiali di ciclismo su strada in Scozia. Dopo aver gareggiato in modo molto onorevole, riuscendo persino a entrare in una fuga, ha messo a disposizione la bicicletta con i colori vaticani utilizzata per questa gara, che è stata autografata dal Santo Padre per essere utilizzata a scopo benefico. Rien Schuurhuis ha anche regalato al Santo Padre la maglia di un atleta della squadra rifugiati dell’Unione ciclistica internazionale. Una bella testimonianza di fraternità.

Athletica Vaticana è dunque presente nel mondo dello sport sia per incoraggiare l’attività sportiva, sia per trasmettere un messaggio di speranza. Il Santo Padre ha descritto così questa presenza: «Con uno stile improntato alla semplicità, esattamente da cinque anni, Athletica Vaticana si impegna a promuovere la fraternità, l’inclusione e la solidarietà, testimoniando la fede cristiana tra le donne e gli uomini di sport, amatori e professionisti».

Lo sport, per le passioni che genera e per il profitto che può procurare, è a volte fonte di tentazione per allontanarsi dalle regole. Anche in questo caso, il Santo Padre ha invitato tutti gli sportivi a non cadere in tale tentazione: «Il gioco... è fatto di regole da rispettare. Vincere con umiltà e accettare la sconfitta con dignità sono valori che lo sport insegna e che devono essere vissuti nella vita di ogni giorno per costruire una società più giusta e fraterna».

Il messaggio consegnato dal Santo Padre agli atleti di Athletica Vaticana è stato accolto dal presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, con queste parole: «Grazie, Santità, per il suo impegno incrollabile e inequivocabile nella missione di pace e solidarietà del Movimento Olimpico. Grazie per il suo prezioso sostegno».

Il quinto anniversario di Athletica Vaticana è stato quindi un momento di fraternità che è servito a richiamare i valori dello sport evocati dal concilio Vaticano ii, che aveva sottolineato come lo sport possa offrire «un aiuto per stabilire fraterne relazioni fra gli uomini di tutte le condizioni, di nazioni o di razze diverse» (Gaudium et spes, 61).

È in questo spirito di fraternità che gli atleti hanno poi condiviso una preghiera con il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, al quale il Santo Padre ha chiesto, nella costituzione apostolica Praedicate Evangelium, di assicurare il dialogo con gli appassionati di sport affinché anch’essi «si sappiano e si sentano riconosciuti dalla Chiesa come persone a servizio della ricerca sincera del vero, del buono e del bello» (n. 154).

di David Lappartient
Presidente del Comitato Olimpico francese e dell’Unione ciclistica internazionale