· Città del Vaticano ·

La bandiera della Santa Sede nella missione dei radioamatori

I “dimenticati”
dell’isola di Clipperton

 I “dimenticati” dell’isola di Clipperton  QUO-010
13 gennaio 2024

Quando, il 17 luglio del 1917, i marinai della nave da guerra statunitense Yorktown si avvicinano all’isola di Clipperton, sperduto atollo nell’oceano Pacifico orientale, quello che cercano, in piena prima guerra mondiale, è una base navale tedesca. Quello che trovano, invece, sono tre donne, otto minori e il cadavere di un uomo. Si tratta degli ultimi sopravvissuti della guarnigione inviata nel 1906 dal Messico — la spiaggia di Acapulco dista 1.280 chilometri ed è la terraferma più vicina — per ribadire le pretese del presidente Porfirio Diaz sull’isola, contesa alla Francia e alle compagnie americane e britanniche di fosfati che si erano lì stabilite per commerciare il guano prodotto dai circa 110 mila uccelli che tuttora abitano questo remoto anello di terra, lungo 12 chilometri, con al centro un lago salmastro di origine vulcanica e circondato per centinaia di miglia solo dal mare e dagli squali.

I superstiti erano quanto rimaneva di una spedizione originariamente composta da nemmeno un centinaio di persone, principalmente soldati messicani con le loro mogli, i loro figli e i loro domestici. Complice lo scoppio della rivoluzione messicana nel 1910, gli ordini assegnati a quegli uomini divennero sempre più rari e meno chiari e loro sempre più lasciati soli al loro destino, fino a venire completamente dimenticati.

Dopo un uragano, un’epidemia di scorbuto e la morte del capitano e governatore Ramon Arnaud deceduto in mare insieme a un altro soldato per raggiungere una nave al largo, nel 1917 a Clipperton l’unico uomo rimasto assieme alle donne e ai bambini è il guardiano del faro Victoriano Alvarez, che soffre di disturbi mentali e si dichiara re dell’isola. Il suo regno è segnato dagli abusi, dalle violenze e da due omicidi. Il 16 luglio del 1917 le sopravvissute guidate dalla vedova del capitano Arnaud decidono di porre fine al terrore e lo uccidono. Il corpo trovato dalla Yorktown è il suo, nell’ultimo atto di una tragedia che si conclude con il salvataggio delle donne e dei bambini e con il loro ritorno in Messico.

«Nessuno si salva da solo», aveva detto Papa Francesco in una piazza San Pietro vuota e battuta dalla pioggia all’umanità colpita dalla pandemia. La storia dei “dimenticati di Clipperton” lo ribadisce in maniera brutale ed è significativo che quelle stesse parole universali, sbarcheranno ora fisicamente sull’isola, incise in un nanobook che contiene il volume Perché avete paura? edito dalla Lev e che raccoglie al suo interno il testo e le immagini della Statio Orbis del 27 marzo 2020. A portarlo a Clipperton sarà l’avvocato Francesco Valsecchi, dal 1991 di fatto l’unico radioamatore autorizzato a trasmettere dalla Santa Sede con il nominativo HV0A. Valsecchi sarà infatti uno dei diciassette radioamatori partiti l’11 gennaio da San Diego, negli Stati Uniti, per raggiungere l’isola e trasmettere per gli appassionati di tutto il mondo.

«Tra gli obiettivi più ambiti di tutti i radioamatori del mondo c’è quello di riuscire a collegare almeno una volta nella vita tutti i 340 Paesi che sono riconosciuti validi dalla comunità radioamatoriale», spiega Valsecchi ai media vaticani. Oltre agli Stati del mondo, sono contate anche circa 140 isole, che a volte è molto difficile raggiungere. Non ci sono abitanti, non ci sono residenti, quindi periodicamente i radioamatori organizzano una spedizione. Montano le tende, le antenne generatori, le radio e tutto ciò che logisticamente serve per mettere on air quel territorio, consentendo a tutti i radioamatori del mondo di potersi collegare almeno una volta con quest’isola. Dieci anni sono passati dall’ultima spedizione a Clipperton, a cui parteciperanno, oltre a Valsecchi che per collegarsi con tutti i territori del mondo ha impiegato 24 anni — sedici radioamatori statunitensi, un tedesco, un brasiliano e un kirghizo, oltre a tre scienziati francesi che faranno le loro rilevazioni sul clima dell’isola.

Clipperton — che deve il suo nome a un filibustiere inglese e che secondo le leggende ci seppellì un tesoro mai ritrovato — fu infatti mappata per la prima volta nel 1711 da due mercanti-esploratori francesi il giorno di giovedì santo di quell’anno e per questo è chiamata anche “isola della Passione”. Ora è un possedimento pubblico francese, dopo che Parigi vinse nel 1931 l’arbitrato con Città del Messico, su decisione del re d’Italia Vittorio Emanuele iii , cui era stata affidata la mediazione del contenzioso. I radioamatori, dopo una traversata di sei giorni dagli Stati Uniti resteranno a Clipperton per quindici giorni. A turni di 8-10 ore, dopo aver montato il campo base e i frigoriferi per il cibo, si siederanno davanti a un tavolino con una radio davanti e inizieranno a chiamare e a cercare di collegare il maggior numero possibile di apparecchi nel mondo. Lo faranno parlando al microfono, utilizzando il codice Morse e attraverso gli strumenti digitali. L’obiettivo, sottolinea, è di mettere a registro circa 150 mila collegamenti in tutto il mondo, il numero di riferimento per spedizioni di questo genere.

Per la prima volta in un’attività radioamatoriale di questo tipo sarà presente la bandiera della Città del Vaticano, che sarà esposta da Valsecchi assieme a quella italiana. Inoltre come è già avvenuto nella spedizione artica alle isole Svalbard nel 2022 e con il lancio dello “Spei Satelles” nello spazio lo scorso anno, anche a Clipperton sarà depositato il nanobook con le parole del Papa. «Sono orgoglioso di portare qualcosa di molto importante della Santa Sede e del Santo Padre su un pezzo di terra così remoto e così lontano da tutto e da tutti», spiega ancora Valsecchi. «Sento veramente un peso, quasi uno spirito missionario. Cercherò un posto il più possibile meno invasivo per depositare questo microchip, probabilmente sull'unico piccolo promontorio che c’è nell'isola alto una trentina di metri». Uno scoglio di roccia lavica dove, ormai in rovina, ci sono i resti del faro del re di Clipperton.

di Michele Raviart