· Città del Vaticano ·

Padre Patton ha presieduto le celebrazioni nel sito del battesimo di Gesù

«Al Giordano lo Spirito
torni a donare la pace»

 «Al Giordano lo Spirito  torni a donare la pace»  QUO-005
08 gennaio 2024

«Ci troviamo questa mattina sulle rive del fiume Giordano, a pochi passi dal luogo dove Gesù si immerse nelle acque per ricevere il battesimo e poi sottoporsi alla prova della tentazione prima di incominciare la sua missione di predicare il regno di Dio e invitare a conversione, di cacciare i demoni e di guarire i malati, e di annunciare la buona notizia che Dio è Padre per tutti noi». In una domenica mattina dalle temperature estive, il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, ha celebrato la memoria del battesimo di Gesù ad Al-Maghtas, il sito che costeggia il fiume, tradizionalmente riconosciuto come il luogo dove Giovanni il Battista usava praticare il battesimo.

Sulla terrazza della piccola chiesa che si erge a duecento metri dalla riva, Patton ha presieduto la solenne eucaristia a cui hanno partecipato circa ottanta francescani della Custodia e alcune centinaia di fedeli cristiani arrivati da Gerico, da Gerusalemme e dalle vicine località della West Bank, malgrado le restrizioni alla mobilità imposte dalla guerra a Gaza. Nella sua omelia il padre custode ha sottolineato come, «secondo la prima lettera di Giovanni, tre testimoni garantiscano che Gesù è il Figlio di Dio: lo Spirito, l’acqua e il sangue. La collocazione di questo brano nella festa del Battesimo del Signore induce a riflettere sulla missione di Gesù a partire da questa triplice testimonianza che nel vangelo di Giovanni ci richiama la morte di Gesù in croce. Secondo l’evangelista Giovanni è infatti quando muore in croce che Gesù comincia a donare lo Spirito. E quando il soldato gli trafigge il fianco dal suo costato escono sangue e acqua». Un circolo virtuoso, dalla vita alla morte alla vita, che si alimenta nella grazia effusa dai segni sacramentali, e che a sua volta oggi alimenta la speranza di una resurrezione per questa terra colpita dalla violenza.

«A partire quindi dal battesimo di Gesù e dalla sua morte in croce — ha continuato Patton — grazie al dono dello Spirito riflettiamo sulla nostra introduzione nella vita cristiana e sulla nostra vocazione cristiana, che consiste nell’essere diventati figli di Dio grazie alla fede, e all’aver accolto il comandamento dell’amore». Il riferimento all’orrore della guerra ha segnato l’invocazione conclusiva nella predica del custode: «Qui al Giordano, chiediamo ancora una volta la grazia che si aprano i cieli e che lo Spirito discenda su tutti coloro che abitano in questa terra rinnovando il cuore e donando la pace. Qui al Giordano, dove il Figlio di Dio ci ha rivelato che anche tutti noi siamo figli dello stesso Padre, possa ancora manifestarsi la potenza dello Spirito che trasforma popoli diversi e ostili tra di loro in popoli fratelli che appartengono alla stessa famiglia dei figli di Dio, alla stessa fraternità umana. Qui al Giordano, dove in Gesù anche ognuno di noi è diventato Figlio amato di Dio, possa davvero iniziare un’umanità nuova che rigetta l’etica della violenza e della vendetta e abbraccia l’etica del perdono, della riconciliazione, dell’amore fino al dono di sé».

Durante la celebrazione è stato amministrato il battesimo a Nicholas Giovanni, bimbo palestinese di una famiglia cristiana di Gerusalemme.

Il sito del Battesimo è tra i più visitati della Terra Santa e ora i francescani della Custodia stanno realizzando importanti lavori di risistemazione dell’intera area che porteranno al ritorno stabile dei frati e alla riapertura di un convento.

Sabato, a Betlemme, padre Patton aveva presieduto i riti dell’Epifania. Nella messa della mattina ha ricordato come nello stesso giorno e luogo, sessant’anni prima, Paolo vi avesse concluso il suo storico viaggio in Terra Santa, il primo ritorno di un Pontefice dopo san Pietro. Nell’omelia ha citato il brano conclusivo del messaggio (oggi più attuale che mai) rivolto in quell’occasione da Papa Montini: un accorato appello ai potenti della Terra affinché operino esclusivamente per la concordia e la pace tra i popoli. Nella tarda mattinata Patton ha poi accolto, sulla soglia della basilica della Natività, il patriarca ortodosso di Gerusalemme, Teofilo iii , giunto a Betlemme per i festeggiamenti del Natale ortodosso. Si è quindi svolta la cerimonia forse più suggestiva di questa due giorni betlemita: al termine dei secondi vespri dell’Epifania una processione di frati e fedeli si è snodata attraverso la grotta della Natività e nel chiostro della chiesa di Santa Caterina, durante la quale tre francescani, imitando i Magi, hanno consegnato oro, incenso e mirra davanti alla mangiatoia e donato grani di incenso e distillato di mirra ai fedeli.

da Al-Maghtas
Roberto Cetera