· Città del Vaticano ·

Conclusa la visita del cardinale Filoni in Terra Santa

Non c’è alternativa alla pace

 Non c’è alternativa alla pace  QUO-003
04 gennaio 2024

Il cardinale Fernando Filoni, gran maestro dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ha concluso ieri sera la visita di cinque giorni in Terra Santa organizzata per portare la solidarietà e l’affetto della Chiesa universale alla comunità cristiana guidata dal patriarca di Gerusalemme dei Latini, cardinale Pierbattista Pizzaballa, e a tutte le popolazioni, ebree e musulmane, che soffrono le conseguenze della guerra iniziata a Gaza il 7 ottobre scorso. Filoni è stato accompagnato in questi giorni dal governatore generale dell’Ordine, Leonardo Visconti di Modrone, e dal responsabile della comunicazione, François Vayne.

Prima di lasciare Gerusalemme e ritornare a Roma il porporato ha voluto riassumere con «L’Osservatore Romano» il senso e i momenti salienti di questi cinque giorni in Terra Santa: «Nei tanti incontri che ho avuto in questi giorni con le comunità cristiane, con le famiglie, con la gente comune, è sempre emerso con forza — ha sottolineato — il bisogno di ridare fiducia e speranza alla realtà di questa città e di questa terra sante. La mancanza di pellegrini incide non solo dal punto di vista religioso, cioè della consueta vivacità delle espressioni della fede, ma anche per un pesante sentirsi soli in un momento così difficile per tutte quelle famiglie che usualmente vivono del lavoro indotto dai pellegrinaggi, e per tutti quei lavoratori pendolari che ogni giorno dalla Palestina si recano in Israele per lavorare e che dal 7 ottobre sono impediti nei movimenti. Ho toccato con mano, visitando alcune famiglie cristiane qui a Gerusalemme, lo stato di grave indigenza in cui versano a causa della guerra».

Il pellegrinaggio appena concluso ha colpito profondamente il cardinale Filoni: «Nel dare c’è sempre il ricevere — ha osservato —. Abbiamo partecipato in questi giorni a straordinarie espressioni di amicizia, di affetto, di aiuto, che non scorderemo. E credo che anche altri dovrebbero vivere le medesime esperienze, che sono esperienze di grande accrescimento spirituale. Sono rimasto molto impressionato da un diffuso e molto forte senso della preghiera. Ora che i luoghi santi sono quasi deserti, le possibilità di raccoglimento, di ascolto, di meditazione sono diventati più facilmente praticabili». Tra i momenti più intensi, il cardinale menziona le messe celebrate al Calvario e al Santo Sepolcro.

«Veramente ringrazio il Signore per questa straordinaria quanto imprevista opportunità che mi ha dato di essere nella Sua terra — ha affermato il porporato — in questo momento così drammatico. E voglio anche ringraziare i frati della Custodia di Terra Santa che ci hanno accolto ovunque con grande affetto, il parroco di Gaza, padre Gabriele Romanelli, che ci ha fatto “sentire” Gaza ogni giorno, pur senza andarci, e il patriarca Pierbattista Pizzaballa che guida il suo gregge con equilibrio, decisione e sicurezza». Il pellegrinaggio è stata l’occasione per offrire anche un sostegno materiale per i soccorsi più urgenti alle popolazioni colpite dagli effetti devastanti di questa guerra. «Uno straordinario e spontaneo contributo dei nostri cavalieri e dame di tutto il mondo. Mi piace aggiungere — ha concluso Filoni — che in tanti hanno seguito questo nostro pellegrinaggio attraverso i social accompagnandoci nella preghiera, e questo ha suscitato un’ulteriore spinta alla solidarietà fattiva. Portiamo a casa, in definitiva, un’esperienza significativa che continuerà a vivere nella nostra quotidianità, e che ci spingerà a tornare presto. Speriamo in un clima finalmente di pace».

da Gerusalemme
Roberto Cetera