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Almeno 84 le vittime delle esplosioni a Kerman. Teheran accusa Usa e Israele, che però smentiscono ogni coinvolgimento

La strage in Iran
Pericolo escalation
in Medio Oriente

 La strage in Iran Pericolo escalation  in Medio Oriente  QUO-003
04 gennaio 2024

Teheran , 4. Ciò che si paventa da tempo ora sembra profilarsi come un pericolo tangibile: l’escalation in Medio Oriente, già al centro di un drammatico conflitto tra Israele e Hamas deflagrato il 7 ottobre. La duplice esplosione avvenuta ieri a Kerman, in Iran, e costata la vita a 84 persone, sembra confermare tali timori: sui social media, l’iraniano Mohammad Jamshidi, vice-capo di gabinetto per gli Affari politici, scrive che «la responsabilità di questo crimine ricade sugli Stati Uniti e sui regimi sionisti ». L’accusa viene respinta da Washington: il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, esclude ogni coinvolgimento degli Usa e di Israele e lo stesso Israele, secondo il «Wall Street Journal», ha informato i suoi alleati di non essere implicato nell’accaduto.

Per oggi, intanto, nella Repubblica Islamica è stato indetto il lutto nazionale, mentre emergono dettagli sulla dinamica delle due esplosioni avvenute nel cimitero di Kerman, dove moltissime persone si erano radunate per commemorare il quarto anniversario della morte del generale Qassem Soleimani. L’ex capo della Forza Quds delle Guardie della rivoluzione iraniana era stato ucciso a Baghdad il 3 gennaio 2020, in un raid statunitense. Secondo l’agenzia Tasnim, a causare le deflagrazioni sarebbero state due borse-bomba attivate da remoto. La prima è esplosa a 700 metri dalla tomba di Soleimani, mentre la seconda, più mortale, poco dopo a 1 km di distanza.

La Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha promesso che i responsabili della strage riceveranno una «dura risposta», mentre il presidente del Paese, Ebrahim Raisi, ha parlato di evento «codardo» e «atroce». E dal Libano, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, esprime a Teheran le sue condoglianze «per i martiri di oggi».

Parole di «ferma condanna» per l’accaduto arrivano dal segretario generale dell’Onu, António Guterres. La missione dell’Iran al palazzo di Vetro assicura che sono in corso «indagini approfondite» per identificare i responsabili della strage.

Anche l’Unione europea condanna con fermezza l’accaduto ed esprime solidarietà al popolo iraniano, mentre in una telefonata con Raisi, l’emiro del Qatar, sheikh Tamim bin Hamad al-Thani, parla di «un atto criminale perpetrato da coloro che cercano di destabilizzare l’Iran». Dal canto suo, il presidente russo, Vladimir Putin, definisce le due esplosioni «scioccanti nella loro crudeltà e cinismo», mentre Pechino si dice «profondamente rattristata» per gli atti «terroristici».

Di «atroce attacco terroristico» parla anche il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan che proprio oggi attendeva, ad Ankara, la visita di Raisi. Visita che è stata rinviata a data da destinarsi.