· Città del Vaticano ·

Il Vangelo in tasca, di Leonardo Sapienza

Dare la mano a Dio

 Dare la mano  a Dio  QUO-003
04 gennaio 2024

Gesù si volta, vede due persone che lo seguono, e chiede: «Che cosa cercate?». Proviamo a sentire rivolta a noi questa domanda.

«Che cosa cercate, venendo in chiesa? Che cosa cercate, dicendo di essere seguaci di Cristo? Che cosa cercate nella preghiera?».

Finché siamo in vita, abbiamo sempre bisogno di ricercare. Socrate diceva che «una vita senza ricerca non è degna dell’uomo». Cercare è faticoso; esige pazienza, impegno, dedizione.

Pascal ha un pensiero molto profondo al riguardo: «Ci sono tre categorie di persone: quelle che servono Dio perché l’hanno trovato; quelle che si impegnano a cercarlo, perché non l’hanno ancora trovato; quelle che vivono senza cercarlo né averlo trovato. Le prime sono ragionevoli e felici; le ultime sono folli e infelici; quelle di mezzo sono infelici e ragionevoli». In quale categoria ci troviamo?

Non riteniamoci soddisfatti di quello che abbiamo raggiunto Continuiamo nella nostra ricerca, spinti dal desiderio di sempre nuove scoperte nella fede.

Facciamo nostra la preghiera di sant’Anselmo: «Insegnami a cercarti, e mostrati quando ti cerco; non posso cercarti se tu non mi insegni, né trovarti se non ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti; che io ti trovi amandoti, e ti ami trovandoti».

È l’esperienza suprema dell’incontro con l’amore di Dio, totale e assoluto. È la vita autenticamente umana e spirituale! E «quando si dà la mano a Dio, egli non lascia tanto facilmente la presa» (Julien Green).