· Città del Vaticano ·

Uno storico incontro che dà ancora frutti

«Sono venuto per dire “buongiorno”
al mio amato fratello il Papa»

 «Sono venuto per dire “buongiorno” al mio amato fratello il Papa»  QUO-002
03 gennaio 2024

Sessant’anni fa, il 5 gennaio 1964, Papa san Paolo vi e il Patriarca ecumenico Atenagora di Costantinopoli, di grata memoria, ebbero uno storico incontro sul Monte degli Ulivi, ospitato dal nostro grande predecessore, il Patriarca Benedictos. Era la prima visita di un papa in Terra Santa dopo lo scisma. Quell’incontro aprì un nuovo cammino sia per le nostre rispettive Chiese sia per la Terra Santa.

Dieci anni fa, i loro successori, Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo, si sono incontrati a Gerusalemme per commemorare tale incontro, e noi siamo stati lieti di ospitarli.

L’incontro tra Papa Paolo vi e il Patriarca Atenagora portò subito a un nuovo capitolo. Alla domanda sul perché incontrava il Pontefice, il Patriarca Atenagora rispose: «Sono venuto per dire “buongiorno” al mio amato fratello, il Papa. Ricordate che sono passati cinquecentoventicinque anni dall’ultima volta che ci siamo parlati!». I due leader dischiusero un nuovo futuro per le Chiese ortodossa e cattolica romana, che per secoli erano state divise. Furono levati anatemi secolari e venne assunto un nuovo impegno al dialogo, al rispetto reciproco e a una comprensione più profonda tra le Chiese. Non fu una mossa apprezzata da tutti nelle nostre rispettive Chiese. Da entrambe le parti, in alcuni ambienti c’erano ancora paure e pregiudizi. È difficile mettere da parte storie così lunghe di sospetti, ferite, narrative contrastanti. Ma il Patriarca e il Papa sapevano che un futuro diverso sarebbe stato possibile solo con l’instaurazione di un nuovo spirito di dialogo e la disponibilità a riconciliarsi. Attraverso il loro incontro diedero alla Chiesa ortodossa e a quella cattolica romana una nuova visione che ispirò il desiderio di molti di affrontare e superare le divisioni. Come disse Papa Paolo vi nel suo discorso, il 5 gennaio 1964, l’incontro era «fondato sulla speranza di nuovi e fecondi incontri». L’incontro fu importante e incoraggiante anche per il dialogo ecumenico più ampio.

Sessant’anni dopo, in un tempo di conflitto e difficoltà per tutti i nostri popoli e specialmente per i cristiani, in Terra Santa quell’epocale incontro tra Papa Paolo vi e il Patriarca Atenagora continua a dare importanti frutti nelle nostre comunità ortodossa e cattolica romana. Gli incontri regolari che si tengono oggi tra i patriarchi e i capi delle Chiese in Terra Santa sono la conseguenza diretta dell’incontro tra il Papa e il Patriarca. La cooperazione nel restauro e nella conservazione dei luoghi sacri, specialmente la Chiesa del Santo Sepolcro e la Basilica della Natività, è stata resa possibile grazie allo spirito di quell’incontro di tanto tempo fa, che è vivo e gode di ottima salute tra i leader delle Chiese. E dinanzi alle enormi sfide attuali nella nostra regione, abbiamo potuto unire gli sforzi in una missione comune per mostrare al mondo la sofferenza di tutti i nostri popoli e, naturalmente, della comunità cristiana, nonché per esortare tutte le parti coinvolte a impegnarsi in un processo di dialogo per una soluzione pacifica, giusta e duratura per il futuro di quella terra che il mondo intero considera santa.

Mentre sono stati compiuti tanti buoni progressi nelle relazioni tra le Chiese, e specialmente tra le comunità cristiane in Terra Santa, riconoscendo che stiamo facendo la nostra parte, dobbiamo continuare, tenendo presente la preghiera di nostro Signore Gesù Cristo «perché tutti siano una sola cosa» (Giovanni, 17, 21). Le Chiese sono impegnate nel vero cammino ecumenico, il cui fine ultimo è partecipare al Calice comune. Non dobbiamo mai dimenticare che la divina provvidenza ci ha posti qui per essere testimoni del messaggio di speranza del Vangelo. Quando sorgerà il giorno in cui potremo partecipare a questa piena unità sacramentale, il fine del dialogo iniziato da Papa san Paolo vi e dal Patriarca Atenagora sarà stato raggiunto.

In Terra Santa rendiamo grazie a Dio Onnipotente per la notevole guida dimostrata da quei due servitori nel superare il pregiudizio, la paura e le catene della storia, e preghiamo intensamente perché, nella pienezza della provvidenza divina, lo spirito della loro iniziativa ispiri i leader della nostra regione a instaurare una pace duratura in Terra Santa. Possa il loro ricordo vivere in eterno.

di Teofilo III
Patriarca ortodosso di Gerusalemme