· Città del Vaticano ·

Sotto lo sguardo materno della Vergine

 Sotto lo sguardo materno della Vergine  QUO-001
02 gennaio 2024

Una preghiera alla Madre di Dio per chi soffre e non ha più la forza di pregare, in particolare «per tanti fratelli e sorelle colpiti dalla guerra in molte parti del mondo». È quella che Papa Francesco ha elevato durante la messa mattutina del 1° gennaio nella basilica Vaticana, sotto lo sguardo materno della Madonna lactans, l’antica icona mariana giunta dall’abbazia irpina di Montevergine. Un’invocazione alla Vergine che al termine dell’omelia, come negli anni scorsi, si è trasformata in acclamazione: il Pontefice ha invitato infatti a proclamare tutti insieme, per tre volte all’unisono, «Santa Madre di Dio!», secondo l’esperienza del popolo di Efeso alle origini del cristianesimo.

Per la celebrazione eucaristica nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio, 57ª Giornata mondiale della pace — incentrata quest’anno sul tema dell’intelligenza artificiale — la processione iniziale è stata accompagnata dal canto Adeste fideles. Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin è salito quindi all’altare della Confessione — accanto al quale era posta l’immagine mariana proveniente dall’abbazia fondata da san Guglielmo nell’xi secolo — e lo ha incensato.

Le letture sono state proclamate in francese e in tedesco. Il salmo è stato proposto in italiano, così come il passo del Vangelo di Luca (2, 16-21).

Alla preghiera dei fedeli, le intenzioni sono state in malayalam per la Chiesa, perché il Signore le conceda di «testimoniare la vittoria del bene sul male»; in inglese per Papa Francesco, affinché custodisca «con l’amore del buon Pastore il santo popolo affidato al suo ministero apostolico»; in polacco per i governanti, affinché il Padre «conceda ai capi delle nazioni di cooperare fraternamente nel promuovere la concordia tra i popoli»; in spagnolo per quanti lavorano per costruire la pace, perché «quanti operano nel campo delle intelligenze artificiali» abbiano «luce e saggezza» affinché «lo sviluppo tecnologico contribuisca alla giustizia e alla pace nel mondo»; in cinese per i sofferenti nel corpo e nello spirito, affinché il Padre «di ogni consolazione che non abbandona l’opera delle sue mani, conceda a quanti soffrono di trovare sollievo e aiuto nella nostra solidarietà fraterna».

Durante la comunione è stato intonato il tradizionale canto natalizio Astro del Ciel. Impartita la benedizione conclusiva, il Pontefice ha baciato il Bambinello davanti all’altare della Confessione, dopo che gli era stato presentato dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, arcivescovo Diego Ravelli.

Al momento della preghiera eucaristica si sono uniti al segretario di Stato all’altare il cardinale prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, Michael Czerny, e il segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher. Hanno concelebrato inoltre numerosi porporati, vescovi e circa 300 sacerdoti. Con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede erano i monsignori Roberto Campisi, assessore della Segreteria di Stato, Mirosław Stanisław Wachowski, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati, Joseph Murphy, sotto-segretario della Sezione per il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede, e Javier Domingo Fernández González, capo del Protocollo. Non hanno fatto mancare la loro partecipazione, come ogni anno, i cosiddetti Sternsinger, i “cantori della stella” venuti dalla Germania con indosso le tradizionali vesti dei re magi: tre di essi, insieme a due dei Pueri cantores che animavano la liturgia con i canti, e una famiglia hanno presentato a Francesco i doni per la mensa eucaristica.

Nel pomeriggio precedente, domenica 31 dicembre, sempre nella basilica Vaticana e alla presenza dell’icona mariana virginiana, il Pontefice aveva presieduto i primi vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio, con il canto del Te Deum, a conclusione dell’anno civile.

Erano presenti 24 cardinali — tra cui il decano del collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re, e il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della basilica di San Pietro, che ha incensato il Bambinello — oltre a numerosi vescovi e a diversi sacerdoti. Alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Roma, Gualtieri, il servizio dei ministranti è stato prestato dal Collegio Sedes Sapientiae, compito che durante la messa del 1° gennaio era stato svolto dai ministranti dei Giuseppini del Murialdo e dai Missionari dei Sacri Cuori.

Nelle due celebrazioni i canti sono stati eseguiti dal coro della Cappella Sistina diretto dal maestro Marcos Pavan, che il 31 dicembre era accompagnato dal coro guida e il 1° gennaio dai Pueri cantores.