· Città del Vaticano ·

La storia dell’ebrea Elena Di Porto e del suo antifascismo non incardinato

In difesa della comunità

 In difesa della comunità  QUO-001
02 gennaio 2024
«Giungeva invece nell’ex Ghetto, la sera di quel venerdì 15 ottobre, una donna vestita di nero, scarmigliata, sciatta, fradicia di pioggia. Non può esprimersi, l’agitazione le ingorga le parole (...). È venuta da Trastevere di corsa. Poco fa, una signora dalla quale va a mezzo servizio, ha veduto la moglie di un carabiniere, che ha veduto un tedesco, e questo tedesco aveva in mano una lista di duecento capifamiglia ebrei, da portare via con tutte le famiglie. (…) Ma nessuno volle crederci. (…) Tutti sanno che è una chiacchierona, un’esaltata, una fanatica: basta vedere come gesticola quando parla, con gli occhi spiritati sotto quei capelli di crine vegetale. E poi si sa che in famiglia sua sono tutti un po’ tocchi». Non ci sono prove documentarie, ma una serie di indizi porta a identificare Elena ...

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