· Città del Vaticano ·

Marzo

 Marzo  ODS-017
31 dicembre 2023

Mi immaginavo la sua giacca a vento blu già dal passo acceso, quel toc toc del cuoio sulle pietre; ancora prima che superasse l’angolo tentennavo se andarle incontro oppure scappare dall’altro lato. Non ho molto tempo, quasi mai. Rachele aveva abitato in un’area imprecisa dell’incrocio che ho sotto casa, si spostava cercando le superfici asciutte.

Mesi fa una signora, non io, le aveva regalato una tenda, una di quelle che si aprono con un solo movimento della mano, e tornando a casa la sera era una sicurezza vederla, il teepee dell’angolo. Poi, una volta, le forze dell’ordine le avevano preso la tenda e l’avevano buttata nell’immondizia. Non l’ho visto, me l’ha raccontato Rachele, un giorno che non avevo fatto in tempo a sparire, tenendomi venti minuti lì e facendomi arrivare tardi al lavoro. Fatico a immaginare le facce degli agenti mentre infilano la tenda ripiegata nel cassonetto: professionale indifferenza? sarcasmo? Comunque, da quel momento, Rachele aveva rinunciato con inaspettata docilità alla totale indipendenza che sembrava avesse rivendicato fino ad allora e ora passava la notte al dormitorio, andava a mensa per pranzo. Ormai attorno a casa mia si vedeva solo di giorno, con i riccioletti puliti e la faccia più rotonda, a volte rossa per il freddo o per qualche allergia. Rachele era piena di allergie.

Fu in quel periodo che comparve sotto casa un tizio con un taccuino. Trascinando quattro cartoni formava una sedia dove si sistemava, prendeva una penna da una sacca e cominciava a scrivere. Chiedeva poco l’elemosina, per farlo si spostava davanti al supermercato, mangiava in fretta. Più che altro scriveva. Cosa scrivesse non ho idea. Appena buio si rannicchiò sul cartone con il taccuino sotto la testa e restò così. Fece la stessa cosa le sere successive.

I giorni si stavano facendo freddi e l’isolato si mosse. Qualcuno doveva averlo visto rientrando, perché scese con una coperta di lana verde; una ragazza si trascinò dietro un piumone stinto; dal palazzo di fronte arrivò una brutta trapunta anni settanta, dall’ultimo piano scese anche una centenaria. La mattina all’alba, quando mi incamminai, l’uomo del taccuino era talmente sepolto dalle coperte, rosse, verdi, grigie, ce n’era anche una all’uncinetto multicolore, che mi domandai se respirasse. Respirava, vidi arrivare Rachele, toc toc il suo passo acceso. Scavò nelle coperte, gli diede un colpo con la punta della scarpa e quello ebbe uno scatto e poi si sollevò col busto mentre i piumoni scivolavano giù. Lei gli fece cenno con la testa e lui emerse dalle coperte senza mollare il taccuino.

Immagino se ne siano andati a colazione, alla mensa e al bar. Ho sentito più d’uno lamentarsi di quelle coperte abbandonate, che in effetti sono ancora là a prendere fango.

Intenzione di preghiera

Per i nuovi martiri

Preghiamo perché coloro che in varie parti del mondo rischiano la vita per il Vangelo contagino la Chiesa con il proprio coraggio e la propria spinta missionaria.

Papa Francesco: un pensiero al mese

Occorre motivare i nostri bambini e i nostri giovani affinché imparino... ad avere un atteggiamento empatico che rifiuti la cultura dello scarto. Parimenti, è importante che imparino a salvaguardare la nostra casa comune, proteggendola dallo sfruttamento delle sue risorse, adottando stili di vita più sobri.

(Messaggio al Superiore degli Scolopi, 12 novembre 2020)

Carola Susani