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DONNE CHIESA MONDO

LeIdee

Maestre

 Maestre  DCM-001
05 gennaio 2024

Questo mese Donne Chiesa Mondo racconta le artiste e il loro rapporto con il sacro partendo da alcune di gran fama e ricercate al loro tempo, poi a lungo dimenticate e tornate alla ribalta nel xx secolo. Donne che per talento e abilità occupano un posto preciso nella storia dell’arte, sono nei musei o in collezioni private, hanno mercato e sono ben quotate. Che spesso hanno appreso la tecnica nelle botteghe paterne, o hanno imparato da sole nei conventi, cominciando a lavorare giovanissime. Come la assai prolifica Elisabetta Sirani, stella del barocco bolognese, considerata dai suoi contemporanei “il miglior pennello di Bologna”, che nella sua breve vita (morì a 27 anni) riuscì a dipingere duecento opere, di cui novanta vennero realizzate prima dei suoi diciassette anni.

L’arte per le donne è stata non solo opportunità di carriera, ma di emancipazione. Lavinia Fontana fece accettare al futuro marito un “contratto matrimoniale” piuttosto insolito per quei tempi: lei avrebbe continuato la propria carriera di pittrice mentre lui le avrebbe praticamente fatto da agente. In special modo queste artiste precorsero i tempi, furono pioniere nell’affrontare tematiche sul mondo femminile raffigurando personaggi forti, determinati, indipendenti, sfidando il perbenismo dell’epoca. Nelle loro opere troviamo arte, sofferenza e passione. Vita. Artemisia Gentileschi denunciò la violenza subita in un periodo in cui sembrava impossibile farlo e affrontò il processo, pur costretta a una lunga serie di visite e a un interrogatorio sotto tortura.

L’approccio al sacro di queste pittrici è visibile nella scelta dei soggetti raffigurati: sante celebri per il loro martirio, personaggi biblici, scene evangeliche. Ma soprattutto nella narrazione: il Bene e il Male, la vita, la morte, la colpa, il castigo, la conversione, la redenzione. In questo contesto Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, commenta alcune opere di artiste che ritraggono donne della vita di Gesù, «una testimonianza visiva dell'armonia che anche in virtù della natura intima della sua realizzazione riesce a colpire il cuore ancora più nel profondo, e scaldarlo».

Il critico e curatore d’arte contemporanea Gianluca Marziani si sofferma invece sul connubio tra artiste e sacro nel Novecento, secolo che «ha stravolto i modelli canonici della figurazione, aprendo l’opera al sogno e al surreale, alle astrazioni e agli esperimenti d’avanguardia».