· Città del Vaticano ·

L’icona della «Madonna lactans» in Vaticano per la solennità della Madre di Dio

Struggente bellezza
di un miracolo quotidiano

 Struggente bellezza di un miracolo quotidiano  QUO-297
29 dicembre 2023

Per tutta la comunità monastica di Montevergine è una gioia molto grande poter offrire alla venerazione del Santo Padre e di tutti i fedeli presenti nella basilica Vaticana alle celebrazioni della Santissima Madre di Dio una rappresentazione molto antica della Vergine col Bambino custodita presso il Museo abbaziale.

Gli studi eseguiti sul manufatto permettono di datare l’icona della Madonna Lactans all’inizio del xii secolo e la tradizione narra di come essa fu l’oggetto della prima devozione da parte del nostro fondatore san Guglielmo da Vercelli e dei suoi primi seguaci: tutti noi monaci benedettini virginiani ci sentiamo idealmente rappresentati dall’antico nostro confratello raffigurato ai piedi della Madonna assisa in trono, a implorare da loro la luce di una grazia, il rafforzamento della fede e la consolazione della speranza nella sequela dei precetti divini del suo Figlio.

Una madre che allatta al seno la propria creatura è l’immagine stessa della tenerezza: in ogni epoca, in ogni civiltà, ad ogni latitudine. A maggior ragione per noi cristiani, mentre stiamo vivendo i giorni memoriali del Natale del Salvatore, della verità straordinaria e sconvolgente dell’incarnazione, quella di un Dio che si fa uomo per amore.

Questa “Madonna del latte” si presenta ai nostri occhi come immagine di struggente e popolana bellezza pur nella solennità della posa e nella ricchezza dell’ornamento, ed è capace di tradurre per noi, come lo è stato per tutti i nostri antenati, in un linguaggio immediato e universale l’impenetrabilità del dogma. È l’immagine di un miracolo quotidiano e condiviso, quello della nascita e della crescita, pieno di emozione e di stupore, eppur non esente da rischi e pericoli, come lo furono la venuta al mondo e la prima infanzia del Signore. Possiamo pensare, guardandola, a quanti sguardi lungo i secoli di mamme, riconoscenti o supplichevoli, si saranno levati nei secoli verso di Lei e quante mani tremanti avranno sollevato al suo cospetto pargoli in fasce, implorando su di essi la divina protezione.

«Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!» (Lc 11, 27): la lode che la donna del popolo rivolge alla madre di Gesù è vividamente riflessa dall’autore ignoto di ambito campano nell’icona della Madre di Dio. Profondamente grati per il dono dell’anno giubilare virginiano e per gli abbondanti frutti spirituali che di giorno in giorno ci sono donati, siamo lieti di portare allo sguardo di Papa Francesco questa immagine di Maria Santissima, che benedice la sua persona e il mondo intero mostrando il suo Figlio divino, il «principe della pace» (Is 9, 5). Con lieta fiducia ad un tempo dall’alto del monte dove si trova la nostra abbazia fino all’altare della Confessione della basilica Vaticana ne invochiamo la potente intercessione, affinché la famiglia umana, aprendosi al messaggio evangelico che il Santo Padre annuncia instancabilmente, possa trascorrere il nuovo anno che inizia nella fraternità e nella pace.

Sono le sue stesse parole a guidarci nella esaltazione e nella lode della Theotokos mentre, come i pastori, contempliamo l’icona del Bambino in braccio a sua Madre, sentendo crescere nel nostro cuore un senso di immensa riconoscenza verso Colei che ha dato al mondo il Salvatore:

«Grazie, o Santa Madre del Figlio di Dio Gesù, Santa Madre di Dio! Grazie per la tua umiltà che ha attirato lo sguardo di Dio; grazie per la fede con cui hai accolto la sua Parola; grazie per il coraggio con cui hai detto “eccomi”, dimentica di te, affascinata dall’Amore Santo, fatta un tutt’uno con la sua speranza. Grazie, o Santa Madre di Dio! Prega per noi, pellegrini nel tempo; aiutaci a camminare sulla via della pace. Amen» (Francesco, Angelus 1° gennaio 2017).

di Riccardo Luca Guariglia 
Abate ordinario di Montevergine


Una storia di fede


L’antica icona della Madonna Lactans , custodita nel Museo abbaziale di Montevergine — il complesso  monastico del xii secolo che sorge in Irpinia — sarà esposta nella basilica Vaticana per le celebrazioni del 31 dicembre (Vespri e Te Deum)   e del 1° gennaio (la messa nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio) presiedute da Papa Francesco.

Per antica tradizione si ritiene essere la prima effigie mariana venerata da san Guglielmo da Vercelli, fondatore dell’abbazia virginiana, di cui si sta celebrando il nono centenario.

Raffigura la Madre di Dio nell’iconografia ricorrente tardo bizantina della Galaktotrophousa  — “Colei-che-nutre-con-il-latte” — nell’atto di porgere il  seno scoperto al Bambino per il suo nutrimento, in una posa solenne e sacrale. Maria  è rivestita con abbigliamento imperiale e la testa cinta dalla corona, a somiglianza della basilissa dell’impero romano d’oriente.

Ai piedi della Vergine è raffigurato, in adorazione, un monaco in abito bianco: in lui si riconosce la lunga storia della comunità monastica benedettina che custodisce da secoli, fino al presente, l’esperienza di adorazione del Signore, lode alla Madonna e accoglienza dei pellegrini al santuario posto sulla sommità del monte Partenio.

La presenza dell’icona in San Pietro — il 31 dicembre e il 1° gennaio — per la venerazione  dei fedeli presenti alle celebrazioni e di quanti  saranno collegati, vuole essere in particolare un  ringraziamento al Papa  per la concessione del dono della celebrazione del giubileo dell’abbazia di Montevergine che si concluderà a Pentecoste.