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27 dicembre 2023
L’Occidente ormai ha una sua estetica del natale, composta di ghirlande di pigne, candele, renne, pettirossi e abeti innevati. È difficile immaginarne uno più autentico dal punto di vista filologico. Un natale con una diversa palette, meno boschereccia, meno gemütlichkeit per dirla coi romantici tedeschi: curve linee dorate, un cielo azzurro che tende al violetto, il beige e l’ocra delle dune e dei dromedari con le loro some di broccato. E poi il sellaio di cammelli, il suonatore del ney, il tintore di lana, lo speziale che fa scorrere i grani del tasbih, l’argentiere col bulino, la voce flessuosa del dervisc che recita le liriche dei venerandi maestri.
Un presepe di sabbia è il natale del deserto che stilla dai versi del celebre santo e poeta persiano Jalāl al—Dīn Muḥammad Rūmī e dal suo ponderoso Masnavi: ...
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