· Città del Vaticano ·

Il cardinale Parolin in visita agli ospedali romani Bambino Gesù e Idi

Vicinanza nelle fragilità
nei problemi, nelle difficoltà

 Vicinanza  nelle fragilità  nei problemi, nelle difficoltà  QUO-294
23 dicembre 2023

«Sei Padre Pio?». Il cardinale Pietro Parolin scoppia in una risata, sotto la mascherina, alla domanda di Angelo. Sette anni, «angelo di nome e di fatto», dice il papà, viene dalla provincia di Lecce, ha subito un trapianto al fegato ed è uno dei circa venti bambini che il segretario di Stato ha incontrato nel tardo pomeriggio di ieri, venerdì 22 dicembre, nel reparto di Gastroenterologia dell’Ospedale Bambino Gesù, dove ha portato gli auguri di Natale di Papa Francesco.

«Ti porto i saluti del Santo Padre, sai?», dice il porporato ad Andrea, che ha sostenuto l’esame di maturità in ospedale. «Voglio iniziare l’università ma col casino che ho avuto…», spiega il ragazzo, mostrando i libri per i test d’ingresso. «Bravo, guardi già avanti».

Dialoghi brevi che vogliono alleviare la sofferenza dei malati ma soprattutto dei genitori, alcuni accanto ai figli da giorni, da mesi, da anni. Anche da dieci anni, come il papà e la mamma di Sveva, in cura da quando è nata. A tutti il segretario di Stato ha regalato un’immaginetta del Papa e una croce con il volto di Cristo. Quello che si riflette in tanti di questi pazienti che trascorreranno il Natale tra bip continui del cardio monitor, luci al neon e stanze dal forte odore di disinfettante, abbellite con presepi e festoni allestiti dal personale infermieristico.

Alla fine di ogni incontro, accompagnato dal presidente Tiziano Onesti e dal direttore sanitario Massimiliano Raponi, Parolin ha chiesto di recitare la preghiera dell’Ave Maria. Quasi un Rosario snocciolato tra le dieci stanze visitate. Si è commosso, il cardinale, come ha rivelato a medici, infermieri, amministrativi incontrati successivamente nel Padiglione Salviati: «È sempre un momento molto particolare venire qui. È una cosa toccante». Toccante, ha aggiunto, è anche incontrare chi opera nel nosocomio: «Avete una grande responsabilità, siete agenti della Santa Sede», ha detto loro. Assicurando di seguire l’attività dell’ospedale attraverso «contatti concreti» e accennando a «progetti» che si spera possano andare in porto, il segretario di Stato ha sottolineato come il lavoro compiuto nell’ospedale è «apprezzato» in tutto il mondo ed è una forma indiretta di «evangelizzazione». Ha quindi incoraggiato a sostenere le famiglie «nelle fragilità, nei problemi, nelle difficoltà».

In un altro ospedale Parolin ha trascorso la mattinata di oggi, antivigilia di Natale, celebrando l’Eucarestia nella chiesa dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (Idi), alla presenza di numerosi pazienti e dipendenti. Concelebrata dal presidente, padre Giuseppe Pusceddu e dai confratelli che prestano servizio nell’ospedale, alla Messa erano presenti il consigliere delegato Alessandro Zurzolo e i membri del Consiglio d’amministrazione. Un appuntamento, questo di oggi, che — sottolinea una nota — «segna tradizionalmente un importante e prezioso momento di incontro tra operatori e pazienti, uniti nella speranza e nell’impegno per un sempre più efficace percorso di attenzione e di cura alla persona malata».

di Salvatore Cernuzio