· Città del Vaticano ·

Riflessione ebraica

Luce per la gente
nelle tenebre

 Luce per la gente nelle tenebre  QUO-294
23 dicembre 2023

Secondo la tradizione rabbinica (b. Rosh Hashanah, 17b), Dio ha tredici attributi. I rabbini li hanno dedotti da Esodo, 34, 6s.: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà». La parola ebraica che qui è tradotta con “grazia” è hesed, che non ha un equivalente esatto nelle altre lingue. È stata resa in molti modi, tra cui amore solido, benevolenza, misericordia, grazia, dono inaspettato e amore dell’alleanza.

Nel testo talmudico b. Sukkah, 49b. leggiamo: «I saggi hanno insegnato che sono tre le ragioni per cui gli atti di hesed sono superiori a quelli di carità [tzedakah, che si può tradurre anche con rettitudine o correttezza]: la carità può essere fatta solo con il proprio denaro, mentre gli atti di hesed vengono compiuti sia con il proprio corpo sia con il proprio denaro. La carità viene fatta ai poveri, mentre gli atti di hesed vengono compiuti sia per i poveri sia per i ricchi. Infine, la carità viene fatta ai vivi mentre gli atti di hesed vengono compiuti sia per i vivi sia per i defunti».

I rabbini hanno anche descritto le caratteristiche della persona che cerca di incarnare l’hesed di Dio. Il rabbino Yonah Gerondi, nella sua discussione talmudica dei Pirkei Avot (2:5:1; 2:8:5), e anche il rabbino David Kimchi, nella sua esegesi dei Salmi (4, 4), spiegano che hasid è la persona che si rapporta con tutti al di là della giustizia meccanica e che cerca di imitare le virtù divine della bontà e della misericordia. Secondo un altro saggio, essere hasid significa acquisire l’attributo più alto di Dio (b. Avodah Zarah, 20b). Così, in Geremia, 3, 12, parlando di Dio, il profeta afferma: «Non ti mostrerò la faccia sdegnata, perché io sono pietoso [hasid], dice il Signore. Non conserverò l’ira per sempre». Gesù, essendo ebreo, comprendeva l’importanza dell’hesed come virtù divina. Appare evidente, per esempio, nella parabola del servo spietato (Matteo, 18, 21-35), quando dice: «Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Matteo, 5, 48), e nella frase con cui insegna ai suoi discepoli a pregare: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori» (Matteo, 6, 12).

Sono queste le riflessioni che mi sono venute in mente vedendo i miei amici cristiani prepararsi a commemorare la nascita di Colui che, secondo la loro fede, ha portato la Buona Novella dell’hesed di Dio nel mondo. Purtroppo, il mondo attuale non è caratterizzato né da hesed né da tzedakah, ovvero né da benevolenza, né da carità/correttezza. Odio e violenza accecano la mente e lo spirito di molti, e gli atteggiamenti di pace e riconciliazione non prevalgono sulla follia distruttiva. La ferocia del nostro tempo avvelena menti e desensibilizza cuori. Dopo la dolorosa pandemia che ha ucciso milioni di persone, sopra l’umanità sembra essere discesa una coltre di tenebre e pessimismo. Anche la natura stessa sembra protestare contro la mancanza di cura umana e di rispetto nei suoi confronti.

Penso che viviamo in un tempo che richiede a tutti coloro a cui stanno a cuore gli attributi divini di hesed e tzedakah di unirsi e annunciare un mondo in cui le armi vengano accantonate e dove giustizia e pace siano i pilastri dell’esistenza.

Nel profeta Abacuc c’è un passo che i rabbini successivi, in b. Makkot, 24a, hanno considerato l’essenza etica della Bibbia ebraica. Questo verso, che è anche alla base del Nuovo Testamento cristiano, dice: «Il giusto [tzadik, da tzedakah] vivrà per la sua fede» (Abacuc, 2, 4). Il profeta Isaia dice anche: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (9, 1 [2]). Queste grida degli antichi profeti ricordano a noi, che viviamo in un tempo di tenebre, l’importanza di seguire le vie della benevolenza e della giustizia misericordiosa di Colui che, sempre fedele, ci dona la vita. La luce di Dio illumina il nostro cammino se solo ci volgiamo verso di essa.

Possano le luci di Hanukkah e di Natale accese in questo mese ispirare i nostri rispettivi popoli a rinnovare la nostra dedizione al mondo di hesed immaginato dai profeti e proclamato da Gesù. Buon Natale! 

di Abraham Skorka