· Città del Vaticano ·

Arcivescovo emerito di Wellington, aveva 93 anni

È morto il cardinale neozelandese
Thomas Stafford Williams

 È morto il cardinale neozelandese Thomas Stafford Williams  QUO-293
22 dicembre 2023

Il cardinale neozelandese Thomas Stafford Williams, arcivescovo emerito di Wellington, è morto nelle prime ore di oggi, venerdì 22 dicembre, a Waikanae, nella casa di riposo Charles Fleming Retirement Village, dove viveva. Le sue condizioni di salute erano peggiorate negli ultimi giorni. Aveva 93 anni. Nato il 20 marzo 1930 a Wellington, era stato ordinato sacerdote il 20 dicembre 1959. Nominato arcivescovo di Wellington il 30 ottobre 1979, aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il successivo 20 dicembre. Dal 1° giugno 1995 al 1° aprile 2005 era stato anche ordinario militare per la Nuova Zelanda. Nel Concistoro del 2 febbraio 1983 era stato creato e pubblicato cardinale del titolo di Gesù Divin Maestro alla Pineta Sacchetti. Il 21 marzo 2005 aveva rinunciato al governo pastorale dell’arcidiocesi.

Una vita dedicata, con stile sobrio, alla pastorale a Wellington, prima da prete e poi da cardinale, con una parentesi come missionario fidei donum nelle Samoa. È il ritratto del cardinale Thomas Stafford Williams, che nel 1998 aveva anche svolto il delicato ruolo di presidente delegato dell’Assemblea speciale per l’Oceania del Sinodo dei vescovi. Di quel continente aveva una visione capace di comprendere tutte le diverse realtà in un’autentica comunione ecclesiale.

Figlio di Thomas e Lillian, era entrato in seminario a 24 anni, dopo essere divenuto ragioniere studiando alla Facoltà di Economia e commercio dell’Università statale Victoria, sempre a Wellington. Prima era stato allievo delle scuole cattoliche Holy Cross Primary School di Seatoun, Ss. Peter and Paul a Lower Hutt, St. Patrick’s College a Wellington e St. Kevin’ College a Oamaru.

Già da studente di ragioneria era sempre stato in prima linea nell’impegno pastorale, tanto da essere eletto presidente del Catholic Young Movement, l’associazione arcidiocesana di Wellington che fa da riferimento ai giovani cattolici. Proprio questa esperienza aveva fatto maturare in lui la vocazione al sacerdozio: nel 1954 era entrato nel Seminario nazionale della Santa Croce a Mosgiel, nella diocesi di Dunedin, dove fin dall’inizio del Novecento si preparano i sacerdoti neozelandesi.

Per completare la formazione era stato inviato a Roma nel 1956 e si era laureato in Teologia al Pontificio Collegio Urbano de Propaganda Fide. Sempre a Roma era stato ordinato sacerdote nel 1959 dal cardinale Gregorio Pietro Agagianian, pro-prefetto della Congregazione de Propaganda fide.

Da Roma era andato a Dublino, in Irlanda, dove si era diplomato in Scienze sociali all’Università cattolica. Quindi era rientrato a Wellington, dove era stato viceparroco di diverse comunità e anche segretario dell’importante Catholic enquiry centre.

Il suo desiderio era di andare in missione. Aveva ottenuto così di poter esercitare per cinque anni il ministero come sacerdote fidei donum nello Stato indipendente di Samoa Occidentale, oggi arcidiocesi di Samoa-Apia. Aveva anche avuto modo di collaborare con il cardinale samoano Pio Tafinu’u nella costruzione del Collegio intitolato a Papa Paolo vi , che proprio alla fine del 1970 aveva visitato quella terra.

Rientrato a Wellington nel 1976, era stato nominato parroco della Holy Family a Porirua East, un importante sobborgo della capitale densamente popolato da polinesiani e maori, la popolazione autoctona della Nuova Zelanda.

Tre anni dopo Giovanni Paolo ii lo aveva chiamato al ministero di arcivescovo di Wellington. A ordinarlo — proprio nel giorno del ventesimo anniversario del suo sacerdozio — nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, monsignor Owen Noel Snedden, che era stato ausiliare di tre arcivescovi di Wellington. Co-consacranti il vescovo di Dunedin, monsignor Kavanagh, e l’arcivescovo di Suva, monsignor Mataca. Come motto episcopale aveva scelto Unity in Christ.

Aveva presieduto la Conferenza episcopale neozelandese dal 1980 al 1988 e successivamente era stato presidente della Federation of Catholic Bishops Conferences of Oceania (1990-1998).

Nel 1986 aveva accolto Giovanni Paolo ii in Nuova Zelanda, proprio a Wellington — ma anche ad Auckland e Christchurch — nel viaggio apostolico che aveva portato il Papa polacco in Bangladesh, a Singapore, nelle Isole Fiji, in Australia e alle Seychelles tra 19 novembre e il 1° dicembre.

In ambito diocesano si era occupato in particolare dell’educazione, delle finanze, dell’assistenza spirituale nelle carceri oltre che dei tribunali ecclesiastici. In particolare, aveva fatto sentire forte la sua voce in difesa del matrimonio cristiano. L’impegno per la giustizia sociale e il ruolo del laicato erano state sue priorità. Era stato inoltre ordinario militare tra il 1995 e il 2005 .

Nel 1983 era divenuto cardinale, terzo neozelandese a ricevere la porpora. Nel 1985 aveva partecipato alla seconda Assemblea straordinaria del Sinodo dei vescovi a vent’anni dalla conclusione del concilio Vaticano ii . E nel dicembre 1994 era stato inviato speciale del Papa alle celebrazione per il centenario dell’evangelizzazione delle Cook Islands.

Nella Curia romana era stato membro della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, del Consiglio dei cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede e del Consiglio speciale per l’Oceania della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi.

Inoltre nel 2000 era stato insignito dell’Order of New Zeland, la più alta onorificenza civile del suo Paese. Aveva chiesto di essere ricordato come un «servo devoto» e che il suo elogio funebre fosse ridotto a sole otto parole: «Era un peccatore. Per favore, pregate per lui».