· Città del Vaticano ·

Spunti di riflessione
Il Vangelo in tasca

L’avvenire dell’umanità

 L’avvenire  dell’umanità  QUO-292
21 dicembre 2023

Un poeta francese suggerisce questa riflessione agli sposi: «Quello che sempre mi stupisce — dice Dio — è sentire affermare: “siamo sposati!”, come se ci si sposasse un giorno solo, come se ci si sposasse una volta per sempre. Pensano di poter vivere di rendita come persone sposate, come se bastasse sposarsi una volta per tutte. È come se io avessi creato il mondo in un giorno» (Charles Péguy).

Nella festa della Sacra Famiglia è d’obbligo riflettere sulle nostre famiglie, per vedere se al loro interno «fioriscono le stesse virtù e lo stesso amore» della famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe.

Certo, la Sacra Famiglia è un modello inarrivabile. Ma anche noi dobbiamo sforzarci di costruire relazioni serene e stabili, per il bene e la felicità degli sposi, dei figli, della società.

Non basta un colpo di fulmine in gioventù! C’è bisogno di amore quotidiano, di dialogo costante, di tenerezza, di pazienza, di comprensione reciproca. Anche le stesse inevitabili crisi si possono trasformare in opportunità per ricominciare.

Non ci si dona una volta per sempre, nella poesia del giorno del matrimonio, ma ci si sposa ogni mattina, anche quando il cielo è grigio, il mare è agitato e soffia la tempesta!

Certo, non si può conservare per sempre la freschezza dell’innamoramento, ma è triste quando ci si riduce a una falsa convivenza sotto lo stesso tetto.

Chiediamo l’intercessione della Santa Famiglia, perché nelle nostre famiglie sappiamo riscoprire ogni giorno la grazia del Sacramento del matrimonio, la bellezza dell’amore vicendevole, per non cadere nel deserto dell’amore.

Ricordiamo sempre: «L’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia» (Giovanni Paolo II).

Domenica 31 dicembre
Santa Famiglia  di Gesù, Maria e Giuseppe
Prima lettura: Gn 15, 1-6; 21, 1-3;
Salmo: 104;
Seconda lettura: Eb 11, 8.11-12.17-19;
Vangelo: Lc  2, 22-40.


Sarà l’anno della spiritualità?


In questi giorni tutti i giornali sono pieni di oroscopi che cercano di spiegare come sarà il nuovo anno. Un titolo mi ha colpito: «Sarà l’anno della spiritualità». Si leggeva che sentiremo il desiderio di una vita meno drogata dai consumi, più semplice. Tanti avranno bisogno di credere in qualcosa, di staccarsi da una realtà che non piace.

Noi cristiani, che ci sforziamo di vivere una vita religiosa, capiamo che «il risveglio spirituale è la cosa più essenziale nella vita dell’uomo, è l’unico scopo dell’esistenza» (Gibran).

E quando, all’inizio dell’anno, ascoltiamo la bellissima benedizione della prima lettura, ci sentiamo stimolati a cercare sempre un lato spirituale della vita: «Ti benedica il Signore e ti protegga; il Signore faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore ti conceda pace».

Non si vive solo di emozioni e di stupori. Non ci dobbiamo augurare solo salute, ricchezza, fortuna o lunga vita. Dobbiamo favorire una maggiore spiritualità nella nostra vita. Pensando che «la spiritualità non è sapere ciò che si vuole, ma capire ciò che è necessario» (Anthony de Mello).

Si tratta di riscoprire l’anima, senza la quale non si dà autentica umanità. Non lasciamoci imprigionare dalla fretta, dalle mode passeggere, così da perdere per strada la nostra anima; non lasciamoci sommergere dalla superficialità e dalle cose, seppellendo l’anima nella banalità.

La vera spiritualità, per noi cristiani, è per eccellenza donazione, impegno, amore. Ci ottenga la grazia la Madonna, che con la festa della sua Maternità dà inizio al nuovo anno.

Ricordando quanto scriveva un famoso studioso: «Noi non siamo esseri umani che vivono una esperienza spirituale. Siamo esseri spirituali che vivono un’esperienza umana» (Teilhard de Chardin).

1 gennaio
Solennità di Maria Santissima Madre di Dio
Prima lettura: Nm 6, 22-27;
Salmo: 66;
Seconda lettura: Gal 4, 4-7; 
Vangelo: Lc 2, 16-21

di Leonardo Sapienza