· Città del Vaticano ·

A colloquio con il cardinale José Tolentino de Mendonça

Il Fado, canto dell’inquietudine

Meryl Streep as Sarah in The French Lieutenant's Woman
19 dicembre 2023

Ho chiesto al cardinale José Tolentino de Mendonça di spiegarmi il Fado. Domande audaci, forse prive di senso, che si possono fare solo tra amici. Lui mi ha raccontato una storia.

«C’era una donna, sposata con un uomo che a un certo punto partì per mare, per un viaggio lontano, pericoloso, in guerra? La moglie tutte le sere andava sul porto, a vedere il mare, il suo nemico, ma anche l’unico che poteva restituirgli il marito. Lunghi anni passarono e lei tutte le sere andava al porto. Un bel giorno finalmente il marito ritornò. Si fece una grande festa e alla fine il marito poté tornare a casa, nella sua stanza da letto, e dormire con la moglie. Quella notte la moglie a un certo punto si alzò e andò al porto, a vedere il mare. E così continuò a fare tutte le notti. Questo è il Fado. Il Fado ha a che fare con le nostre lontananze, anzi è l’apertura alla lontananza, al mistero di un’assenza, alla ferita di assoluto posta nel cuore umano. In sé il Fado parla di storie personali, di storie d’amore, ma ciò che fa più grande il Fado è questa ferita, questa inquietudine».

Ho ringraziato Tolentino e continuato a ruminare le parole, le immagini che mi aveva donato nella sua “spiegazione”. Mi è venuto in mente ovviamente Pessoa, il poeta di Lisbona, e Il libro dell’inquietudine con i suoi versi: «Oh mare salato, quanto del tuo sale / sono lacrime del Portogallo».

E poi altri versi, non del Portogallo ma della lontana Svezia, i versi del poeta Par Lagerqvist con cui provo a ricambiare il dono ricevuto: «Uno sconosciuto è mio amico / uno che io non conosco, uno sconosciuto lontano lontano. / Per lui il mio cuore è pieno di nostalgia / perché Egli non è presso di me. / Perché Egli forse non esiste affatto? / Chi sei tu che colmi il mio cuore della tua assenza, / che colmi tutta la terra della tua assenza?».

di Andrea Monda