Nuove vite
grazie ai corridoi umanitari

«Quando sei costretto a emigrare sai che lasci tutto, la tua casa, il tuo lavoro, la tua vita. Sappiamo che in Italia è tutto diverso ma siamo pronti a perdere anche la nostra identità culturale, per il futuro delle nostre figlie. Non abbiamo scelta». Jawid (è un nome di fantasia per motivi di sicurezza) ha moglie e tre figlie di 7, 13, e 17 anni. Sono tagiki, e sono fuggiti da Kabul nel 2022. Con la salita al potere dei talebani in Afghanistan era diventato impossibile vivere, soprattutto per le donne e per chi, come lui, collaborava con diverse organizzazioni come difensore dei diritti umani. Siamo a Islamabad, in Pakistan. La famiglia di Jawid va avanti grazie ai risparmi che aveva messo da parte come impiegato di banca. Per rimanere regolari devono pagare visti che costano anche 800 euro. In questo ...