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Diario da Dubai

Braccio di ferro
sul testo finale

 Braccio di ferro sul testo finale  QUO-284
12 dicembre 2023

L’inviato italiano per il clima Francesco Corvaro non usa mezzi termini: «A Dubai siamo rimasti tutti sconcertati dall’ultima bozza di accordo». Proprio così, nessuno si aspettava un passo indietro tanto deciso da parte della presidenza rispetto al tema più importante della Conferenza: le fonti fossili.

Dopo una giornata di lavori elettrizzata dall’idea che potesse uscire dalla cop28 un risultato storico con la dichiarazione di tutti i paesi membri circa la volontà di uscire gradualmente dalle fonti fossili, è emersa invece una versione dell’accordo che fa fare al mondo un salto indietro di trent’anni, con il conseguente mal di pancia di tutti i 120 Paesi che si erano schierati con una determinazione senza precedenti per l’eliminazione, sia pure graduale ma prima o poi definitiva, di carbone, gas e petrolio. Dopo le estenuanti trattative di queste due settimane, che sembravano volte unicamente a decidere se l’accordo finale avrebbe dichiarato apertamente un ambizioso “phase out” o un più dimesso e temuto “phase down” — ossia dismissione piuttosto che diminuzione delle fonti fossili di energia — l’accordo emerso in queste ore affronta la transizione energetica senza alcuna ambizione climatica.

Andando dritti al punto, l’accordo propone: 1) di ridurre rapidamente solo il carbone le cui emissioni non sono state prima soggette a sistemi di cattura e stoccaggio; 2) di ridurre il consumo e la produzione di combustibili fossili solo nella misura necessaria a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050; 3) di eliminare gradualmente i sussidi pubblici alla produzione di combustibili fossili.

Un accordo davvero inaccettabile se si pensa che in questo modo, non solo non si dichiara nessuna uscita dal fossile, ma neanche si traccia alcun percorso rigoroso e vincolante verso la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, le quali continueranno quindi ad aumentare pericolosamente consegnando larga parte della popolazione mondiale ad una indicibile sofferenza, per non parlare delle conseguenze gravissime che si avranno sulle future generazioni.

Immediate e fortissime sono state le reazioni di tutti. il Commissario europeo per il clima Wopke Hoekstra, l’inviato presidenziale degli Stati Uniti John Kerry e persino il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres sono intervenuti in assemblea dichiarando apertamente che se non si prenderanno decisioni drastiche in questa occasione si condannerà l’umanità ad un disastro senza precedenti. L’evento è stato talmente sconvolgente da promuovere nuove alleanze anche tra paesi che fino al giorno prima erano stati protagonisti di duri scontri negoziali.

Si respira aria di decisioni storiche ad Expo City, e lo scontro tra l’impero del fossile e il fronte sempre più eterogeneo di chi è ormai pronto a tutto pur di scongiurare il disastro climatico sembra destinato a definire una nuova stagione nella lotta al cambiamento climatico. Molto difficilmente questa sera si riuscirà a trovare un accordo congiunto al quale la cop28 è comunque obbligata. Con ogni probabilità si andrà incontro ad una lunga notte di trattative nella speranza di trovare entro domani una soluzione condivisa da tutti.

di Pierluigi Sassi