Non restiamo in silenzio

Paola Cortellesi, nel suo primo film da regista, mostra uno scenario di violenza sulle donne e sceglie di tramutare gli atti di violenza fisica in un ballo, quasi fosse un’attività quotidiana come tante. In molti hanno definito il film inaspettato. Eppure, verrebbe da domandarsi cosa c’è di inaspettato nel portare questo contenuto sugli schermi, con tutte le violenze che le donne e le altre componenti della società definite «minoranze» subiscono ogni giorno. Prendiamo come esempio due frasi: «Amore mio, senza di te mi ammazzo» e «se lo rifai ti ammazzo». Se c'è una differenza tra questi due casi di violenza verbale, che la maggior parte di noi spesso sente uscire dalla bocca delle persone più vicine, essa riguarda forse l'interpretazione che ne diamo. Quante promesse ...