Guerra e clima: due sfide
La Cop28 costituisca uno storico passo avanti per rispondere con sapienza e lungimiranza ai cambiamenti ambientali
«La portata globale dei conflitti in corso» e la crisi climatica: sono queste le due sfide che rendono urgente il «bisogno di una riconfigurazione della diplomazia multilaterale». Lo ha detto il Papa nel discorso rivolto ai nuovi ambasciatori di Kuwait, Nuova Zelanda, Malawi, Guinea, Svezia e Ciad, ricevuti stamane, giovedì 7 dicembre, nel Palazzo apostolico, per la presentazione delle lettere credenziali.
Eccellenze!
Sono lieto di accogliervi per la presentazione delle Lettere che vi accreditano come Ambasciatori Straordinari e Plenipotenziari presso la Santa Sede dei vostri Paesi: Kuwait, Nuova Zelanda, Malawi, Guinea, Svezia e Ciad. Vi chiedo gentilmente di trasmettere ai vostri rispettivi Capi di Stato i miei sentimenti di stima, assicurando al tempo stesso il mio ricordo nella preghiera per loro e per tutti i vostri concittadini.
Voi cominciate la vostra missione in un momento particolarmente tribolato, segnato dal moltiplicarsi di conflitti armati, in quella che da tempo ho chiamato una terza guerra mondiale combattuta a pezzi. Alla luce della portata globale dei conflitti in corso, la Comunità internazionale si trova a dover affrontare, attraverso gli strumenti pacifici della diplomazia, la sfida della ricerca di soluzioni complessive alle gravi ingiustizie che tanto spesso ne sono causa.
Nella recente Esortazione apostolica Laudate Deum, ho osservato che per affrontare questa sfida c’è urgente bisogno di una riconfigurazione della diplomazia multilaterale, al fine di dare risposte concrete ai problemi emergenti e di ideare meccanismi globali capaci di far fronte ai cambiamenti ambientali, sanitari, culturali e sociali attualmente in corso (cfr. nn. 37-43). Il nobile e paziente lavoro diplomatico, a cui vi dedicate, deve non solo cercare di prevenire e risolvere i conflitti, ma anche consolidare la pacifica convivenza e lo sviluppo umano dei popoli, favorendo il rispetto della dignità umana, difendendo i diritti inalienabili di ogni uomo, donna e bambino e promuovendo modelli di sviluppo integrale economico e umano.
In proposito, la Santa Sede esprime la sua particolare preoccupazione per il futuro della nostra casa comune, specificamente per gli effetti che il cambiamento climatico e la devastazione degli ambienti naturali possono avere sui membri più vulnerabili della famiglia umana. La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, COP28, che in questi giorni si svolge a Dubai e alla quale intendevo essere presente, possa costituire uno storico passo avanti nel rispondere con sapienza e lungimiranza a queste chiare e presenti minacce al bene comune universale. Come ho affermato nel Discorso indirizzato alla Conferenza, «l’ora è urgente. […] il futuro di tutti dipende dal presente che scegliamo». Preghiamo che i responsabili delle nazioni si uniscano nell’adottare misure concrete che ci permettano di consegnare alle generazioni future un mondo più simile al fertile giardino che il Creatore ha affidato alla nostra cura e amministrazione.
Cari Ambasciatori, la presenza e l’attività della Santa Sede all’interno della Comunità internazionale è ispirata dal desiderio di promuovere la fraternità umana e quella pace che, come annuncia il Profeta Isaia, è “frutto della giustizia” (cfr. Is 32, 17). Mentre intraprendete la vostra missione, vi offro i migliori auspici, accompagnati dalla preghiera, per i vostri sforzi a servizio di questo grande ideale, e vi assicuro la costante disponibilità degli uffici della Curia ad assistervi nell’adempimento delle vostre responsabilità. Che Dio benedica in abbondanza voi, le vostre famiglie, i vostri collaboratori e i connazionali.