· Città del Vaticano ·

L’attualità della Regola bollata di san Francesco nella lettera del Papa per l’viii centenario dell’approvazione

Come essere
“minori e sudditi di tutti”

 Come essere  “minori e sudditi di tutti”  QUO-281
07 dicembre 2023

La famiglia francescana ricorda in questo 2023 alcuni eventi particolarmente importanti, a cui ha dato vita Francesco d’Assisi esattamente ottocento anni fa. In modo speciale due fatti, verificatisi nel 1223, diventano motivo di particolare anamnesi, non solo per la famiglia francescana, ma per la Chiesa intera: si tratta dell’approvazione della Regola di san Francesco da parte di Papa Onorio iii il 29 novembre e della nascita del presepio a Greccio il 25 dicembre.

Lo scorso 29 novembre, Papa Francesco ha inviato una lettera ai membri della famiglia francescana in occasione dell’viii centenario dell’approvazione della Regola bollata. Nel testo il Pontefice ne delinea tre tratti principali ancora attuali: il Vangelo al centro, l’obbedienza alla Chiesa e l’invio in tutto il mondo. Il Papa chiede ai frati di adottare «uno speciale programma di evangelizzazione»: andare per il mondo «in uno stile di fraternità e di vita pacifica, senza liti o dispute né tra voi né con gli altri, dando prova di “minorità”, con mitezza e mansuetudine, annunciando la pace del Signore e affidandovi alla provvidenza». In effetti, sollecita a «riscoprire la bellezza dell’evangelizzazione tipicamente francescana, che nasce da una fraternità per promuovere la fraternità».

La Regola è il documento che non solo codifica la vita dei Frati minori, ma costituisce prima di tutto la verbalizzazione del carisma del fondatore, l’espressione più veritiera della sua proposta di vivere e attuare il Vangelo. Perciò questa commemorazione costituisce una memoria dinamica e non solo lo scrostamento della polvere archivistica sulla pergamena pontificia di approvazione. La Regola garantisce la stabilità, la forma, il nuovo indirizzo spirituale e culturale che supera in modo completo la relativizzazione di qualsiasi verità e la fluidità del pensiero guidato dalla moda o dalla realtà virtuale.

Il giubileo della Regola francescana richiama anche alla solidità del fondamento evangelico della vita minoritica. L’essere “minori e sudditi a tutti” rappresenta il centro dell’esperienza dell’Assisiate, perché inserisce ogni cristiano nella vita kenotica del Cristo, che Francesco d’Assisi onorava come suo Maestro e Amato. Con l’Incarnazione e la scelta della povertà della natura e della condizione umana il Salvatore trasmise un invito che il poverello di Assisi accolse pienamente e stabilì come cifra della sua esistenza. La dimensione donativa e oblativa che egli inserì nel testo della Regola è una piattaforma di rilancio e di libertà. Con la povertà che rende liberi e creativi il vero frate minore incarna nella sua vita la pienezza dell’intuizione vergata e approvata nel documento fondativo.

La commemorazione otto volte centenaria della conferma della Regola fa nascere spontaneamente le domande: la Regola francescana è ancora attuale? Parla ancora agli uomini del nostro tempo? Riesce ad attrarre e a creare convinzione ed entusiasmo? Non si tratta di domande senza importanza. In definitiva, secondo Francesco d’Assisi, la “regola e vita dei frati minori” non è altro che il Vangelo di Cristo, che non perde mai la forza e la realtà di sacramento vivo ed efficace, come appunto veniva inteso dal santo d’Assisi. Grazie a quest’orizzonte di ampia prospettiva la Regola non presenta alcun limite cronologico, ma costituisce un invito a una lettura creativa valida in ogni tempo, creando le condizioni per incarnare nelle differenti circostanze della storia la stessa forza di amore verso la Santissima Trinità e a favore della Chiesa di Cristo e dell’umanità intera. Le molte generazioni di frati teologi, di umili lavoratori, di grandi filosofi, di eroici missionari, di fecondi predicatori, di scienziati, cultori e artisti di ogni genere in ambito francescano sono espressione dello stesso legame di famiglia e sono segno dello stupore che nasce davanti al Vangelo tradotto nei dodici capitoli della Regola, composta dall’Assisiate e successivamente confermata con l’autorità del Papa Onorio iii otto secoli fa.

Il giubileo francescano è la festa di tutta la Chiesa, perché come volle il fondatore, i frati sono sudditi e soggetti ai piedi della Santa Chiesa, dove l’obbedienza non si esaurisce nella sottomissione, ma indirizza all’attenzione pronta e vigilante ai bisogni e alle sfide che il Corpo mistico di Cristo vive ed attua nel mondo contemporaneo.

La manifestazione più bella e significativa della fraternità di san Francesco d’Assisi è infatti gustare e incarnare la gioia delle parole della Regola che invitano a instaurare un clima di fraternità universale, a rispettare il creato in tutte le sue forme e a ristabilire la pace sulla terra, vivendo personalmente la spogliazione di noi stessi per rivestirci del Signore Gesù Cristo.

di Emil Kumka
Religioso dei Frati minori conventuali docente di Storia della Chiesa antica e medievale, di Agiografia medievale generale e di Agiografia francescana dei secoli xiii-xiv presso la Pontificia facoltà teologica San Bonaventura - Seraphicum di Roma