· Città del Vaticano ·

Diario da Dubai

Ogni secondo che passa miete vittime

A pedestrian wades through a flooded street after heavy rains in Chennai on December 4, 2023. ...
05 dicembre 2023

L’inviato italiano per il clima Francesco Corvaro ci racconta di una Dubai monopolizzata dagli scandali. Dichiarazioni e controdichiarazioni del presidente di cop28 , Sultan Ahmed Al-Jaber, hanno di fatto portato ad uno stallo dei negoziati, già messi in grave difficoltà dalle complesse trattative sul fondo “Perdite e Danni” che non riescono proprio ad approdare a soluzioni condivise.

D’altro canto era facilmente prevedibile che in una cop caratterizzata da una presenza record di lobbisti del fossile, ogni occasione fosse buona per inasprire l’evidente conflitto tra chi vuole una rapida uscita dall’economia fossile e chi invece cerca di allontanare all’infinito la definizione di un accordo chiaro e vincolante sull’abbandono di carbone, gas e petrolio.

La coalizione “Kick Big Polluters Out” — che rappresenta 450 gruppi internazionali impegnati nella lotta al cambiamento climatico, alcune delle quali del calibro di Greenpeace e ActionAid – ha calcolato che a Dubai hanno accesso ai negoziati almeno 2.456 lobbisti dei combustibili fossili. Un record assoluto che mette in piena luce tutte le contraddizioni della conferenza emiratina.

A fine di questa giornata — dedicata a temi decisivi come: l'energia; l'industria; la transizione giusta; e le popolazioni indigene — capiremo se sarà stato possibile superare lo stallo e compiere qualche importante passo avanti. Ad ogni modo pesa ormai come un macigno la promessa fatta da Al Jaber che questa cop28 raggiungerà «risultati senza precedenti». Speriamo non sia stato frainteso anche in questa affermazione!

Una cop28 davvero sui generis anche per l’assenza di proteste che — come alla cop27 di Sharm el-Sheikh dello scorso anno — sono state severamente vietate. Ciò non di meno la voce di una popolazione mondiale fortemente preoccupata per il destino dell’umanità sta comunque trovando molti modi per farsi sentire. Solo per fare qualche esempio: più di 1.000 scienziati del clima hanno chiesto un’azione collettiva di massa per evitare il collasso climatico; i rappresentanti dei piccoli stati insulari hanno affermato che continueranno a chiedere l’eliminazione dei combustibili fossili e che di questo risultato chiederanno conto proprio ad Al Jaber; più di 40 milioni di professionisti sanitari di tutto il mondo si sono uniti all’appello all’azione lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle organizzazioni della società civile, per dare priorità alla salute nei negoziati sul clima della cop28 .

Il tema della salute e delle vittime del cambiamento climatico è stato quello messo più in ombra dagli scandali mediatici. Dovremmo tutti tenere ben presente però che la mancanza di decisioni forti sull’uscita dal fossile sta mietendo centinaia di vittime umane ogni giorno. E come se questo non bastasse i fenomeni metereologici estremi stanno mettendo a rischio idrogeologico un ospedale su dodici. Si stima che con gli attuali trend di consumo di energia fossile entro fine secolo, nel mondo potrebbero andare distrutti più di 16 mila ospedali.

di Pierluigi Sassi