05 dicembre 2023
Dal magistero di Massimo Bontempelli, scrittore e saggista, e dal suo «realismo magico», deriva la peculiarità della dimensione narrativa di Anna Maria Ortese, la cui cura del dettaglio non svapora nel didascalico: al contrario, è diretta ad alimentare uno sguardo prospettico che finisce per dilatare tempo e spazio. Ecco allora che la cifra surrealista — intimamente legata alla vocazione del realismo magico che non si accontenta di comunicare il dato cronachistico — s’impone come riferimento intorno al quale far ruotare personaggi, luoghi e azione. Esemplare, in tal senso, è Il porto di Toledo (1975, ultima edizione Adelphi 2018), in cui il guizzo di una bizzarra trasposizione geografica fa dell’assenza una presenza, potente e dominante.
Nella prefazione alla seconda edizione, Ortese scrive che il mondo ...
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