· Città del Vaticano ·

«Porto» di Majakovskij nella lettura di Matteo Trevisani

Ancore come orecchini

 Ancore come orecchini   QUO-279
05 dicembre 2023
Nei versi dello scrittore russo — composti nel 1912 — l’atmosfera di una darsena viene trasfigurata liricamente in una scena domestica Spesso aiutano gli occhiali di un altro per vedere meglio; a questo servono i critici, i saggi, le antologie quando aiutano il lettore a inoltrarsi nel mondo alieno di un’opera d’arte e immergersi in una grammatica inizialmente incomprensibile, ma gradualmente sempre più affascinante. A chi scrive è successo con la poesia di Vladimir Majakovskij raccontata da Matteo Trevisani. «Fu di primavera, o forse era fine inverno mentre in motorino facevo quattro volte al giorno il tragitto tra l’università e una piccola stanza presa in affitto al settimo piano di un orrendo palazzo che dava su piazzale delle Provincie — scrive Trevisani, raccontando la sua routine di studente ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati