· Città del Vaticano ·

Vi scrivo da Gaza

In parrocchia
siamo 600 rifugiati
Cerchiamo di vivere
come una grande famiglia

 In parrocchia siamo 600 rifugiati Cerchiamo di vivere  come una grande famiglia  QUO-278
04 dicembre 2023

Qui è il 53° giorno di guerra. Cercherò di farvi conoscere un po’ la nostra vita durante questo tempo difficile, ma ci tengo a dire che le mie parole sono spirituali, non politiche.

Adesso nella nostra parrocchia della Sacra Famiglia vivono più di 600 persone. La mattina inizia con la preghiera del rosario e la celebrazione della messa alle 7.30.

Dopo facciamo una semplice colazione che include un pezzetto di formaggio e della marmellata, se ci sono, con una tazza di caffè o tè. Stamattina abbiamo ricevuto un bel sostegno dal Re di Giordania: materassi e cuscini. Poi abbiamo iniziato a cucinare insieme il pane, fatto con le nostre mani. Non tutti i giorni abbiamo questa possibilità.

Noi giovani cerchiamo di aiutare e servire la nostra comunità, in particolare gli anziani e i malati che sono ospitati nella casa di accoglienza “Madre Teresa” della parrocchia. È un servizio che dona ai nostri cuori pace, amore e sicurezza.

Alle 14.00 riceviamo il pranzo, che viene da noi preparato per sfamare le persone rifugiate qui in chiesa. Dopo, di solito, cerchiamo di riposare un po’.

Alle 16.30 iniziamo a prepararci per la seconda messa, recitando di nuovo il rosario. L’eucarestia serale inizia alle 17.00. Al termine della preghiera, ceniamo insieme in modo semplice, come una grande famiglia: oggi anche con il pane preparato al mattino. Possiamo dire tutto sommato di essere fortunati di poter stare sempre in chiesa.

Dieci giorni fa la nostra connessione internet è stata danneggiata dai bombardamenti, quindi ora stiamo affrontando un periodo di assenza di connessione, che purtroppo non è disponibile in maniera costante.

La sera proviamo a divertirci con amici e parenti, facendo qualche gioco insieme, anche se non è facile stare sereni dimenticando tutto quello che abbiamo visto e vissuto durante il giorno.

Alle 22.00 tutti iniziano a prepararsi per dormire. Noi giovani, invece, svolgiamo un servizio di guardia e sorveglianza della chiesa. Abbiamo tutti la stessa convinzione e fede: Dio porrà presto fine a questa guerra selvaggia. Cerchiamo perciò di mantenere la calma e di avere la pazienza dello Spirito Santo.

da Gaza
Suhail Abo Dawod