· Città del Vaticano ·

L’intervento dell’arcivescovo Caccia

Sanare le cicatrici inflitte
al mondo dalle armi nucleari

A radiation dosimeter shows a background radiation level of 2.62 microsievert per hour at the museum ...
01 dicembre 2023

New York , 1. Un impegno a «sanare le cicatrici» che le armi nucleari hanno inflitto agli individui, alle comunità e alla casa comune. È quello richiamato dall’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, in occasione della seconda riunione degli Stati parte del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, svoltasi ieri a New York.

Nel ricordare come nelle aree colpite dalle attività delle armi nucleari le popolazioni siano esposte «agli effetti nocivi delle radiazioni ionizzanti, anche attraverso la contaminazione» di cibo e acqua, il nunzio apostolico ha evidenziato l’urgenza di un’azione per «assistere gli Stati parte colpiti, che spesso non hanno le risorse per affrontare tali danni da soli». Si tratta, ha spiegato, facendo cenno agli interventi di Papa Francesco, di un’assistenza che punti «alla dignità umana e allo sviluppo integrale».

La delegazione della Santa Sede si è detta favorevole a proseguire le discussioni sulla fattibilità e sulle possibili linee guida per l’istituzione di un fondo fiduciario internazionale. L’assistenza alle vittime e gli sforzi di bonifica ambientale, è stato sottolineato, possono essere un’area di «terreno comune» tra gli Stati parte e quelli che ancora non lo sono. Infine un incoraggiamento a raddoppiare gli sforzi «per coinvolgere le comunità indigene» nelle discussioni relative all’assistenza, alla bonifica ambientale e all’impegno globale: sono loro, ha spiegato monsignor Caccia, ad aver sopportato «un peso sproporzionato degli impatti negativi delle attività delle armi nucleari».