· Città del Vaticano ·

Il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin sulla Cop28 apertasi a Dubai

Il Papa non potrà esserci
ma è significativo che in tanti avrebbero voluto incontrarlo

 Il Papa non potrà esserci ma è significativo che in  tanti avrebbero voluto incontrarlo  QUO-275
30 novembre 2023

«Il Papa è in via di guarigione, solo che non voleva esporsi a rischi, questo secondo l’indicazione data dai medici». Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, rassicura sulle condizioni di salute di Papa Francesco, da giorni affetto da un’infiammazione ai polmoni, motivo per il quale — su richiesta dei medici curanti — ha deciso di annullare la partenza di venerdì, 1° dicembre, per Dubai, dove avrebbe preso parte alla Cop28 sul clima. «Credo che abbia fatto questa scelta per evitare un peggioramento e possa recuperare al più presto», spiega Parolin ai giornalisti, a margine di un evento alla Camera dei Deputati dove nel pomeriggio di ieri ha tenuto una lectio su “Il senso delle Istituzioni nella visione pedagogica di Luigi Secco”, il vescovo e missionario italiano scomparso nel 2017.

Parolin ha spiegato che sono ora allo studio le “modalità” di partecipazione della Santa Sede al grande evento organizzato dalle Nazioni Unite, annunciate dal comunicato della Sala Stampa vaticana che informava sull’annullamento del viaggio: «Stiamo vedendo adesso. Di solito io ho partecipato a tutte, a partire dalla Cop di Parigi e tutte le Cop, penso quindi che andrò questa volta anche io ma naturalmente riducendo la permanenza. Poi — ha ricordato — c’è la delegazione che si ferma per tutte e due le settimane dei lavori, io parteciperei solo alla prima parte dei lavori».

Dialogo interreligioso e incontri bilaterali


A Dubai sarà presente anche il cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, prefetto del Dicastero per il Dialogo interreligioso: sarà lui, spiega il segretario di Stato, «che si occuperà di quella parte del dialogo interreligioso», ovvero l’inaugurazione del Faith Pavillon, nell’area dell’“Expo City”.

Il cardinale Parolin non nasconde anche il dispiacere per gli incontri bilaterali in programma nella giornata di sabato tra il Papa e diversi capi di Stato e di Governo presenti all’evento. «C’erano state molte personalità politiche che avevano chiesto di vedere il Papa», ha rivelato il porporato. «Purtroppo non è possibile…Non credo che questo significhi chissà che cosa, significa che vengono cancellati ma è già un buon segno che ci siano state così tante persone che hanno chiesto di vedere il Papa». «Dispiace che non sia possibile», ha ribadito Parolin, spiegando che tuttavia si cercherà di recuperare.

La politica al servizio della società


Infine sulla soglia dell’aula della Camera, fulcro della politica italiana, al cardinale è stato domandato di inviare un messaggio di riconciliazione alle forze politiche italiane. «Credo — ha ribattuto Parolin — che il commento che farò all’opera di monsignor Luigi Secco va proprio in questo senso: l’impegno delle istituzioni per creare la pace e soprattutto l’educazione. Lavorare in favore dell’educazione e delle nuove generazioni, nel senso di mettere la politica a servizio della società. Quindi la dimensione del servizio è fondamentale».

La lectio alla Camera


Il tema dell’educazione è stato dunque il focus della lectio magistralis tenuta dal cardinale nella Sala della Regina di Montecitorio, alla luce dell’opera e del pensiero di monsignor Luigi Secco, missionario di Bassano del Grappa (Vicenza), sacerdote, docente universitario e studioso di fama internazionale, tra i massimi esperti di pedagogia interculturale di cui è stato insegnante per circa 30 anni: «Fra i pochi veri pionieri in Italia», ha detto Parolin. Si è soffermato, in particolare, sulla necessità dell’educazione «strettamente connessa al senso della vita»: «Educare e lasciarsi educare comporta il dare senso e significato alla nostra vita. Senza senso non viviamo, non progrediamo, non capiamo», ha detto.

Il valore di ogni persona


Guardando all’attualità e alle divisioni, emarginazioni e fratture che spesso si registrano nel tessuto sociale, il cardinale ha esortato a «riscoprire il valore di ogni essere umano». Punto centrale è il tema della “intercultura”: «Un’educazione con connotati interculturali — ha affermato — tiene conto che una cultura non vuole negare un’altra, ma ciascuna persona può fare esperienza di un arricchimento interculturale. La cultura non può mai essere contrapposta alla verità della persona».

Accoglienza


Tre le parole-chiave indicate dal Segretario di Stato: convivenza, accoglienza, accettazione. Tre principi che sono “valori comuni”: «Sembra che non esistano valori comuni — ha osservato il porporato —. Prima di domandarsi se ci possa essere integrazione occorre gettare le basi per l’accoglienza, per individuare la radice comune dell’essere umano a prescindere dalla razza, dal colore della pelle. Occorre educare al concetto di pari dignità ontologica di ogni persona umana. Educare ad accogliere l’altro in quanto uomo, riconoscendogli la stessa dignità che riconosciamo a noi. Altrimenti nessun progresso è possibile sulla strada della convivenza e dell'integrazione culturale». «Non ci sono culture di serie A e di serie B, una cultura di maggioranza e una di minoranza, la cultura è una, come una è la persona umana», ha aggiunto Parolin, sottolineando che «anche la Costituzione italiana pone al centro la persona e la sua dignità».

L'importanza della scuola e l'educazione all'empatia


Dunque non si tratta di “tollerare”, ha chiarito il cardinale Parolin, né di «persuadere o convertire a nuove etiche o a nuove religioni», ma di «riconoscere le diverse identità e il diritto all’identità e alla differenza». Luogo privilegiato di un confronto in tal senso è la scuola, che «deve farsi carico di educare a una laicità ben motivata per superare il confessionalismo, l'intolleranza, l'incomprensione delle ragioni altrui...È tutta la scuola che si deve muovere nell'orizzonte dell'intercultura».

Per farlo deve procedere sui binari del rispetto interculturale, della solidarietà e dell'empatia. Soprattutto empatia, intesa, secondo la definizione di monsignor Secco, «come sentire sulla nostra pelle il dolore degli altri, immedesimarsi in loro, vedere i nostri stessi problemi, provare simpatia per loro». Su quest’ultimo punto, Parolin ha richiamato le parole del cardinale Carlo Maria Martini alla luce degli anni vissuti in Terra Santa dopo l’episcopato a Milano: riferendosi al conflitto israelo-palestinese, il cardinale diceva che «il superamento potrà avvenire solo nella misura in cui ciascuno si farà carico del dolore degli altri». Parole di stringente attualità, alla luce anche del dramma in Medio Oriente.

Il ruolo delle istituzioni


In questo senso, «le istituzioni possono essere educative?», ha domandato il segretario di Stato. Possono e «devono» esserlo, ha sottolineato, pena «il fallimento della loro missione», cioè di «far fiorire la giustizia, far fiorire il bene e sconfiggere il male». «La persona vale per ciò che è e non per il ruolo che riveste», ha concluso il porporato mutuando ancora le parole di Luigi Secco. «Ogni abitante del pianeta ha pari dignità. La persona umana per la sua fragilità ha bisogno delle istituzioni per essere tutelato dalle ingiustizie».

di Salvatore Cernuzio