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Roma: città parallele e disuguaglianze

 Roma:  città parallele e disuguaglianze  ODS-016
02 dicembre 2023

C’è la città dei senza casa, delle famiglie in fila per chiedere aiuti alimentari o per pagare le bollette, e quella che è al terzo posto in Italia, secondo i dati Istat, in termini di benessere economico. C’è la città dei giovani, delle donne e degli stranieri — sempre più penalizzati da disoccupazione, precariato e lavoro povero — e quella degli anziani, degli uomini, dei cittadini italiani, sui quali si concentrano gli stipendi e i lavori più alti. C’è la città “vetrina”, quella turistica del centro storico, e quella delle periferie, dove vivono giovani famiglie con pochi servizi.

Sono questi alcuni dei tanti volti di Roma così come emergono dal rapporto della Caritas diocesana. Si tratta (lo dice bene il titolo dello studio) di “Città parallele” che convivono sullo stesso territorio, ma che — ha spiegato il direttore della Caritas romana Giustino Trincia — «tendono a non incontrarsi, a non conoscersi tra di loro, e che spesso basano il loro reciproco conoscersi sui pregiudizi».

Il rapporto è stato presentato in Vicariato il 13 novembre, all’inizio della settimana che ha portato alla celebrazione della Giornata Mondiale dei Poveri, alla presenza del cardinale vicario Angelo De Donatis, del sindaco Roberto Gualtieri e del presidente della regione Lazio Francesco Rocca. Centottanta pagine ricche di dati, analisi, esperienze che evidenziano l’accentuarsi delle disuguaglianze economiche e sociali e l’aumento delle richieste di aiuto, ma anche l’impegno di chi cerca di costruire ponti tra queste città parallele. È il mondo degli animatori della carità che nelle parrocchie, nelle associazioni, nelle comunità, in strada si rimboccano le maniche, lasciandosi ferire dalle situazioni di bisogno e cercando di dare risposte. Giovani e anziani, come il caso, ricordato dal vescovo ausiliare Benoni Ambarus, di un ottantaseienne che continua da più di trent’anni ad andare ogni settimana in carcere per incontrare i detenuti. È la parte migliore della città, che non può essere lasciata sola.