· Città del Vaticano ·

L’ospitalità della santità nel sorriso di Christine

 L’ospitalità  della  santità nel  sorriso di Christine  ODS-016
02 dicembre 2023

«Ascolta, fanciulla, guarda e porgi l’orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre, e il re s’innamorerà della tua bellezza» (cfr. Salmi 45, 11-12)

Christine ha lasciato la casa paterna da un po’ di tempo. Va in giro per le strade spostandosi da una casa-famiglia a una casa popolare, alla ricerca di un posto dove posare il capo. In questi giorni viene da noi, al St. John the Compassionate Mission, spingendo un passeggino sul quale trasporta una bambola che indossa una giacca della Harley-Davidson originale e i pantaloni di un pigiama blu. Sembra che non si stanchi mai di camminare, sente che è come un richiamo. Non la fermano neanche le prese in giro della gente: «Quello che mi dà più fastidio — dice — è quando ridono di me».

All’inizio, non è stata una scelta difficile lasciare casa, perché sembra che suo padre non fosse molto gentile con lei.

Quando viene a trovarci, ogni mercoledì, chiama sua madre. È un modo per ricordare il luogo che una volta chiamava casa. È un segno che la sua vita è piena di perdono. «Sì — dice —, sono stata all’inferno. So com’è». Lo dice sorridendo, quasi con un senso di vittoria. In realtà, ogni volta che parla non riesce a nascondere il suo sorriso. Anche quando è sconvolta e condivide con noi le difficoltà della sua vita. Anche quando ha le lacrime agli occhi.

Si potrebbe dire che la bellezza dei poveri sia difficile da individuare e bisogna cercare molto per trovarla. Non è sorprendente, perché la bellezza è un mistero della vita. Non è possibile definirla o prenderla tra le mani. Anche quando sembra esserle vicini, la bellezza si nasconde nel cuore per un po’ e resta fuori dalla portata dei nostri sensi. Ma quando si tratta dei poveri è diverso, perché, in verità, la bellezza è l’ospitalità della santità per l’essere umano. E dove troviamo questa ospitalità più presente se non nel corpo dei poveri?

È vero, la bellezza è fragile, ma questa non è la sua debolezza, bensì la sua forza, perché le rende tutta l’umiltà di cui ha bisogno per durare per sempre. Il vero rischio della bellezza è quello di passarci accanto e non vederla. È la solitudine che la mette davvero a rischio. Perché la santità desidera sempre l’incontro con gli esseri umani attraverso la bellezza. Allora il rischio scompare e l’incontro sta per avvenire. È così che si salva la bellezza, osando guardare negli occhi azzurri, gioiosi e profondi di Christine.

Come è possibile per il piccolo salvare la bellezza che è così grande? Beh, è piuttosto la grande bellezza che deve saper testimoniare la bellezza di un cuore umile.

di Nicolaie Atitienei *

* St. John - The Compassionate Mission - Toronto