· Città del Vaticano ·

Parla Hannah Hanania, sindaco di Betlemme

L’avvicinarsi di un Natale senza pace

 L’avvicinarsi  di un Natale senza pace  QUO-273
28 novembre 2023

«La situazione sta diventando ogni giorno più grave e insostenibile», esordisce Hannah Hanania, giovane sindaco di Betlemme. Al cinquantaduesimo giorno dallo scoppio della guerra le condizioni degli abitanti di Betlemme sono diventate veramente drammatiche. «Intanto — dice — gran parte dei circa 30.000 abitanti vive di attività legate al turismo e ai pellegrinaggi, chi negli alberghi, nei ristoranti, nei piccoli negozi di souvenir, chi nell’artigianato del legno. Tutte attività che dal 7 ottobre sono bloccate. Poi, ci sono i tanti lavoratori pendolari che ogni giorno passano il muro per andare a lavorare a Gerusalemme. I check point sono chiusi e i permessi di uscita sono sospesi. Per molti questo significa una forte riduzione se non un azzeramento del reddito familiare. Chi può si sostiene con le micro coltivazioni agricole locali. Già la nostra economia non poteva dirsi florida, ma ora i poveri sono ancora più poveri. E crescono di numero ogni giorno di più».

Oltre le difficoltà economiche vi sono altre tensioni?

Sì, vi sono stati incidenti anche gravi. Tra giovani e militari israeliani, che ogni tanto varcano il muro ed entrano in città. Quando questo avviene, la polizia palestinese, che in genere riesce a mantenere una situazione di calma e a placare gli animi, è costretta a ritirarsi, in base a quanto previsto dagli accordi di Oslo. Ma dal punto di vista della sicurezza quello che maggiormente mi preoccupa è l’aggressività dei coloni armati. Deve sapere che Betlemme è circondata da ben 23 insediamenti israeliani, e questo costituisce un pericolo costante per i nostri abitanti che vivono nei sobborghi e nelle zone periferiche.

Manca ormai meno di un mese al Natale...

Sarà un Natale diverso e triste questo per Betlemme. Per rispetto alle migliaia di vittime incolpevoli di questa guerra non ci saranno le solite celebrazioni, le luminarie e gli addobbi. Trovo profondamente ingiusto che nel posto dove Gesù è nato, dove è nato il cristianesimo, non si possa celebrare in pace il Natale. Il Natale è la festa della pace, ma non c’è pace nella nostra terra.

Intanto sabato prossimo, 2 dicembre, il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, farà il solenne ingresso d’inizio Avvento a Betlemme, insieme ad un nutrito gruppo di frati francescani e alla comunità cattolica locale. Con l’eccezione di una visita svolta dal delegato apostolico, monsignor Adolfo Tito Yllana, la scorsa settimana in una città e nella basilica della Natività deserte, sarà la prima volta dal 7 ottobre che un responsabile della Chiesa cattolica di Gerusalemme potrà incontrare la comunità di Betlemme. Eppure ci sono solo nove chilometri di distanza tra le due città, divise da un muro che le costringe a una assurda e triste lontananza.

da Betlemme
Roberto Cetera