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Scarsità di pioggia e temperature elevate mettono a rischio il lago Titicaca, il più grande specchio d’acqua dolce del Sud America

Tra i solchi della siccità

Manuel Flores walks on a dry area that shows the drop in the level of Lake Titicaca, Latin America's ...
27 novembre 2023

Centimetro dopo centimetro. Manuel Flores è quasi incredulo nel camminare sui fondali aridi del lago Titicaca, il più grande specchio d’acqua dolce del Sud America e il più alto navigabile al mondo, a quasi 4.000 metri sul livello del mare: incastonato tra le montagne delle Ande, tra Bolivia e Perù, oggi è colpito da un lungo periodo di siccità e temperature insolitamente elevate.

A una quarantina di chilometri a ovest della città boliviana di El Alto, l’agricoltore controlla come il livello dell’acqua sia inesorabilmente sceso negli ultimi tempi: si possono toccare i solchi scavati dal sole nella terra. «Ho 50 anni e mai prima d’ora — confida alla Reuters — il lago Titicaca si era prosciugato come adesso. Non piove dall’anno scorso, i nostri raccolti non resistono, non c’è alimentazione per il nostro bestiame e non possiamo più muoverci in barca».

I campi sono aridi e i pozzi sono secchi in ampie zone del bacino lacustre, fin dai tempi delle popolazioni precolombiane importante ecosistema per la fauna selvatica e fonte d’acqua essenziale. Le sue riserve idriche stanno ora raggiungendo minimi record, peggiorati — dicono gli scienziati — dal fenomeno climatico El Niño che, nel quadro generale dei cambiamenti climatici, ha ridotto drasticamente le piogge in tutta l’area, complicando le conseguenze del ritiro dei ghiacciai andini, le cui acque di scioglimento alimentano normalmente il lago. Ad incidere, inoltre, deforestazione, incendi e attività umane. Se ne parlerà anche alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop28), in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre prossimi.

Secondo MapBiomas Água, un’iniziativa per la mappatura territoriale delle acque superficiali che negli ultimi decenni ha monitorato i cambiamenti avvenuti nell’area, la Bolivia ha visto complessivamente un calo del 39% delle sue acque superficiali naturali tra il 1985 e il 2022. A preoccupare nell’immediato, dicono Manuel e i contadini della zona, sono le coltivazioni stagionali: se la siccità si prolungasse fino ai primi di dicembre, non sarà infatti possibile piantare le patate, uno dei prodotti alimentari di base per le comunità rurali boliviane. (giada aquilino)