· Città del Vaticano ·

L’arcivescovo Paglia a un convegno in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Educare i giovani
ad accettare il valore del limite nelle relazioni umane

People take part in a protest to mark the International Day for the Elimination of Violence Against ...
25 novembre 2023

In una società nevrotica «accecata dalla furia del caos e del disordine», in cui si è sempre più incapaci di fermarsi e di guardare dentro al proprio cuore, urge «una profonda educazione ai sentimenti, alle emozioni e alla capacità di gestirle, assecondarle o frenarle». Ne è fermamente convinto l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita (Pav), intervenuto al convegno “Un diritto negato”, svoltosi ieri pomeriggio presso la Camera dei Deputati, e promosso dal Rotary Club Roma Urbe Eterna in occasione della odierna Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

È pericoloso un mondo che vive «l’eclissi del senso del limite, ha ammonito il presule. E per questo è doveroso «pensare ad una “scuola” dei sentimenti» che insegni «ad accettare il valore dei limiti nelle relazioni umane». Occorre, in sostanza, «tornare a dare dignità alla parola e all’arte del confronto, del dialogo e della conversazione», ha rimarcato l’arcivescovo stigmatizzando quegli atteggiamenti diffusi dove imperano «sfogo e giudizio impietoso, gogna pubblica, calunnia, bestemmia, offesa gratuita e insulto». Niente di più lontano da quella che è la vera essenza della parola, ha precisato. Essa, infatti, «può essere prezioso strumento per creare un ponte con l’altro. Non a caso il cristianesimo si fonda sulla Parola, sul Logos: Dio è Parola, che si dona, si propone, non costringe, invita, non obbliga».

L’intervento formativo, allora, deve attuarsi insegnando ai giovani «a guardare oltre ai muscoli delle proprie braccia, alla maggiore espansione del proprio scheletro, alla maggiore forza fisica con cui è dotato»; ad affrontare debolezze e fragilità quando si sentono sopravanzati «affettivamente e socialmente dalle donne» senza reagire con rabbia e odio. È qui, ha ribadito l’arcivescovo, che si aprono, per la società, le famiglie, la scuola e la Chiesa, “praterie” di lavoro e di impegno educativo: la vera forza è nel servizio, che si nutre dell’«arte di prendersi cura»; e «l’antidoto più efficace alla violenza è accompagnare verso il suo esatto opposto». Qui vengono gettate le basi per «concretizzare un fondamentale passaggio della nostra epoca, che peraltro è un enorme progresso frutto di pazienti battaglie: la conquista della pari dignità della donna nei più svariati campi della società civile, delle istituzioni e della cultura», ha aggiunto.

Un impegno, questo, che richiede la collaborazione di tutti e in cui la famiglia riveste un ruolo fondamentale. Diventare padre, ha insistito monsignor Paglia, è ben più che un semplice generare prole. È «porsi al servizio dei figli inserendoli nel mondo, nella Chiesa. È diventare sostegno saldo e fedele della propria famiglia, della propria moglie, che non sarà solo un partner ma una donna che grazie al marito si realizza ancora di più come donna».