«La povertà è uno scandalo. La povertà è uno scandalo». Per due volte Francesco ripete la denuncia davanti agli ultimi — indigenti, migranti, senza-fissa-dimora — presenti nella basilica Vaticana in occasione della settima Giornata mondiale ad essi dedicata ieri, 19 novembre. All’omelia della messa il Papa — che ha poi condiviso con loro il pranzo nell’Aula Paolo vi — ricorda le «tante povertà materiali, culturali» e «spirituali del mondo», senza dimenticare «le esistenze ferite che abitano le nostre città», né i «poveri diventati invisibili, il cui grido di dolore viene soffocato dall’indifferenza generale di una società indaffarata e distratta». E commentando la parabola dei talenti che caratterizza il Vangelo della xxxiii domenica del Tempo ordinario, il Pontefice esorta ogni singolo cristiano «a far fruttare la carità e ad essere vicino a qualche povero». Perché, spiega, «la povertà è pudica, si nasconde»; perciò «dobbiamo noi andare a cercarla, con coraggio. Pensiamo — dice — alle vittime delle guerre e a coloro che lasciano la loro terra rischiando la vita»; a quanti «sono senza pane, senza lavoro e senza speranza». E invece di stare a guardare «mettiamo in circolo la carità, condividiamo il nostro pane, moltiplichiamo l’amore!».
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20 novembre 2023
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