· Città del Vaticano ·

Le speranze del cardinale segretario di Stato per la pace

«Liberare gli ostaggi
e raggiungere
il cessate-il-fuoco»

 «Liberare gli ostaggi  e raggiungere il cessate-il-fuoco»  QUO-264
17 novembre 2023

Roma , 17. La liberazione degli ostaggi e il cessate-il-fuoco: sono questi i due aspetti fondamentali attorno ai quali «dovrebbe ruotare una soluzione» per il conflitto in Medio Oriente. Lo ha detto stamani il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, a margine di un evento promosso dal Telefono Azzurro a Roma. Esprimendo «grande preoccupazione» per la situazione attuale, il porporato ha affermato che si «sta lavorando» a un eventuale incontro di Papa Francesco con i familiari degli ostaggi: «Speriamo di poterlo realizzare al più presto», ha detto.

Dal segretario di Stato, poi, il richiamo al «rispetto degli ospedali e dei luoghi di culto», un aspetto «fondamentale del diritto umanitario internazionale», in quanto «non c’è nessuna ragione di usare gli ospedali per qualsiasi azione di guerra. Quindi manipolare e reagire, la condanna è totale». «Questi posti devono essere salvaguardati da parte di tutti — ha detto —. Nessuno deve utilizzarli per i suoi scopi e nessuno deve colpirli, devono essere posti di sicurezza per tutti».

Il pensiero del cardinale Parolin è andato anche alla comunità cristiana di Gaza, composta da sole 150 persone. La preoccupazione per loro «si allarga a tutti, perché il cuore della Chiesa non può chiudersi nei confronti degli altri. Davanti al dolore non c’è nessuna distinzione» ha affermato il segretario di Stato. Tutto questo, ha proseguito, «contribuirà a continuare e forse aumentare l’esodo dei cristiani che è una realtà drammatica in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente», perché «i conflitti hanno portato i cristiani ad andarsene per trovare sicurezza e pace in altri luoghi».

Il cardinale Parolin ha inoltre ricordato che «ci sono tentativi diplomatici in corso» da parte, ad esempio, dell’Egitto e del Qatar. La Santa Sede «è in contatto — ha spiegato —, non c’è mediazione diretta, ma è in contatto con vari interlocutori per cercare di dare una mano e favorire una soluzione del problema». L’auspicio del porporato è anche quello di una Conferenza internazionale che riprenda lo spirito di Helsinki. Al riguardo, il segretario di Stato ha citato il «passo in avanti nei rapporti tra Stati Uniti e Cina» i cui presidenti, Joe Biden e Xi Jinping, ieri a margine del summit dell’Apec, «hanno detto che non ci si può voltare le spalle». «Mi pare che questo — ha aggiunto il porporato — sia un progresso in una situazione di tensione generale». Qualche «segno di speranza» quindi c’è, però «bisogna anche ritrovare un minimo di fiducia reciproca tra le parti, cosa che manca oggi».

Infine, il cardinale Parolin è tornato sul «sanguinosissimo conflitto in Ucraina», esortando a non dimenticarlo. «Io sono esterrefatto, addoloratissimo per tutte le perdite che si registrano in entrambi i campi — ha concluso —. Anche lì non si vedono grandi prospettive di soluzione, però bisogna trovare una strada per uscire da questa tragedia».