· Città del Vaticano ·

A Palazzo Borromeo un incontro promosso da Telefono Azzurro

Fronte comune
contro gli abusi sui minori

 Fronte comune contro gli abusi sui minori  QUO-264
17 novembre 2023

Chiesa e istituzioni civili, fronte comune contro gli abusi sui minori alla luce anche di nuove sfide come social, videogiochi, intelligenza artificiale. A “sugellare” un patto per il contrasto di una orrenda — difficile definirla altrimenti — piaga che ferisce la famiglia, gli ambienti sociali, lavorativi e anche la Chiesa, è stato il convegno di questa mattina “Ascoltare i bambini e gli adolescenti vittime di abusi sessuali per sviluppare interventi di aiuto e di tutela efficaci”. Promosso da Telefono Azzurro, l’evento si è svolto a Palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, e ha visto tra i principali ospiti il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin.

Introdotto dai saluti del presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, che ha ribadito l’importanza di «facilitare l’accesso alle vittime alle richieste di aiuto» e dal messaggio della premier italiana Giorgia Meloni, che ha sottolineato come davanti a un crimine «odioso e aberrante» quale l’abuso non può esserci opposizione tra governo e partiti ma solo un lavoro comune, il cardinale Parolin nel suo intervento ha ribadito l’impegno della Santa Sede a «dare risposte efficaci per la protezione di bambini e adolescenti», riaffermando il diritto di questi ultimi a «crescere in ambienti sicuri e sereni».

Un primo passo, ha affermato il porporato, è l’ascolto, come sottolineato più volte dal Papa: «Essere ascoltati, presi in considerazione, tutelare e proteggere i minori abusati e sfruttati ovunque essi siano». Gli abusi sono un tema che «tocca la coscienza collettiva», «una ferita sociale che purtroppo non ha risparmiato neppure la Chiesa», ha aggiunto. Da questo punto di vista, Parolin ha ricordato il «processo di cura e di trasparenza» avviato da Benedetto xvi, ora «portato avanti con determinazione da Francesco che l’ha dotato di idonei ed efficaci strumenti legislativi e canonici». Anche con la società civile, ha sottolineato il cardinale, la Chiesa ha sviluppato maggiore «collaborazione» attraverso «comuni percorsi». Si tratta ora di «proseguire coraggiosamente il percorso avviato nella prospettiva della verità e della giustizia».

Sulla stessa scia il cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston e presidente della Commissione per la tutela dei minori, che si è fatto presente con un messaggio letto in sala nel quale, anche lui, rimarca l’importanza anzitutto dell’«ascolto» delle vittime, troppo spesso «isolate e in un silenzio che ricorda dolorosamente il loro passato», compromette il presente e minaccia il futuro.

Solo ascoltando «veramente e autenticamente» chi è stato danneggiato dagli abusi, in particolare bambini e adolescenti, scrive il cardinale, «sarà possibile costruire una strategia comune per rispondere efficacemente alle numerose sfide che il nostro futuro dovrà affrontare». Tra queste, O’Malley segnala l’abuso e lo sfruttamento online, «minaccia senza precedenti» da contrastare «lavorando in collaborazione con le aziende tecnologiche nei mercati dei social media, dei giochi e dell’intelligenza artificiale».

Bisogna «trovare risposte condivise tra istituzioni ecclesiali e non, e comunità di culture e religioni diverse, al fine di evitare che altre persone siano colpite da questi tipi di violenza». La Chiesa, sofferente «per i numerosi casi di negligenza nella protezione dei più fragili», ha maturato una profonda «consapevolezza» che oggi, assicura il presidente di Tutela Minorum, può condividere con le istituzioni per una «lotta comune».

«Urge — ha fatto eco monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei — l’attivazione di un dialogo tra tutti gli attori della società, la cosiddetta amicizia sociale citata da Papa Francesco». Il presule ha annunciato pure l’avvio di «un grande programma per gli insegnanti di religione cattolica».

Di diritti ma soprattutto del «dovere», quello «di prevenire, intervenire e denunciare», ha parlato Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali. Focus da parte sua sulla correlazione tra abusi e contesti di degrado. Il caso Caivano, teatro di un terribile stupro di due ragazze, lo dimostra: «Una realtà che purtroppo non rappresenta un unicum», ha chiosato Bellucci, assicurando l’intervento del Governo per il «supporto e accompagnamento socio-educativo» alle famiglie. Infine il ministro della Difesa, Guido Crosetto, con un messaggio ha assicurato: «La Difesa è al fianco di chi lavora per garantire ai giovani il diritto di crescere liberi da violenze».

di Salvatore Cernuzio