Di chi sono il prossimo?

Racconta i decenni trascorsi in un luogo di Roma — città di luoghi entrati nella storia e nell’immaginario collettivo universale — che non è un luogo come gli altri. Racconta il tempo passato in un non luogo, dove «le regole si impastano» («Era come se tutti i falliti del mondo venissero risucchiati lì […] da una forza magnetica che poi impediva loro di allontanarsene»). Racconta il rifiuto dell’ambiguità del meritarsi un aiuto, dell’elargire dall’alto, del bisognoso che ringrazia. Racconta l’arte di dare un senso alla condivisione, scegliendo cosa mettere al centro della propria vita. Senza retorica, ponendosi domande che nell’immediato non sempre si riescono a formulare, Girolamo Grammatico, trapanese sbarcato a Roma, scrive un libro incandescente. Si intitola I sopravviventi ...