· Città del Vaticano ·

La vita senza sosta di padre Antonio Ronchi, missionario guanelliano nella Patagonia cilena

«Patiperro» per aiutare chi non aveva niente

 «Patiperro» per aiutare chi non aveva niente  QUO-262
15 novembre 2023
C’è una parte del paesaggio cileno che da migliaia di anni è plasmata dai venti freddi del sud e da quelli impetuosi da occidente: è la Patagonia, racchiusa tra le Ande e l’Oceano e appartenente attualmente al Cile e all’Argentina. Una terra aspra, selvaggia e pericolosa, resistente alle penetrazioni europee per quasi quattro secoli e ancora oggi ammantata dal fascino dell’avventura. E fu proprio grazie al suo carattere avventuroso che padre Antonio Ronchi vi si ritrovò immerso anima e corpo, per scrivere una delle pagine più belle dell’evangelizzazione contemporanea. Secondogenito di Mario Piero Ronchi e Agnese Berra, Antonio nacque a Cinisello Balsamo il 3 febbraio 1930 e fu battezzato nella parrocchiale di San Martino. Crebbe in una famiglia numerosa (i figli di Mario e Agnese furono ben tredici) che ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati