Pietra e fionda ovvero l’arte sempre viva della guerra

«Sei ancora quello della pietra e della fionda, / uomo del mio tempo». È come una di quelle foto in cui c’è un soggetto in primo piano, bene a fuoco, mentre tante, tantissime altre cose sullo sfondo restano sfumate, quasi invisibili. Eppure sono loro i veri protagonisti, è su loro, le vittime, che ferite, cicatrici e sofferenze agiranno nel lunghissimo periodo. È come questa foto, la guerra. Se sul fronte vero si usano eufemismi (la guerra umanitaria, la guerra giusta...), tutto il resto è ridotto a linguaggio bellico — la guerra ai migranti, la guerra al covid, la guerra sul fronte del clima; la guerra del malato contro la malattia. È un ampliare continuamente la posta, è una nuova vitalità della cultura (maschile?) della violenza e della potenza per cui discutere con ...