· Città del Vaticano ·

Un incontro promosso dal Circolo San Pietro

Intelligenza artificiale
e sapienza del cuore

 Intelligenza artificiale e sapienza del cuore  QUO-255
07 novembre 2023

Che cos’è l’intelligenza artificiale e, la sua applicazione, quali ripercussioni e cambiamenti sta introducendo nelle relazioni e, più in generale, nella società? Sono alcuni degli interrogativi affrontati ieri, lunedì 6 novembre, nell’antica sala Baldini della chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli (xvii-xviii secolo) nell’incontro di riflessione «Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana» organizzato dal Circolo San Pietro, l’associazione fondata, per volontà di Pio ix, nel 1869 e quotidianamente a servizio dei bisognosi della città di Roma, ieri come oggi.

Un tema che ricalca quello scelto da Papa Francesco per la lviii Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Se il termine ”intelligenza artificiale” (Ia) è stato introdotto, per la prima volta, nel 1956 da un gruppo di studiosi statunitensi, il crescente sviluppo della capacità di apprendimento, del potere computazionale, degli ambiti di applicazione e il livello delle risorse investite fa emergere nuove opportunità e rischi. «L’intelligenza artificiale non è intelligente», ha sottolineato Gabriele Granato, docente di webmarketing all’Università Lumsa, «perché fonda la sua efficacia sui dati e sull’allenamento di modelli e le macchine non hanno intuizione, tratto caratteristico dell’intelligenza umana assieme all’indipendenza nel trovare soluzioni». L’Ia può essere definita, secondo il professor Granato, come «un insieme di tecnologie capaci di elaborare informazioni in modo da eseguire compiti che, se effettuati da esseri umani, richiederebbero quattro capacità cognitive: apprendimento, ragionamento, comprensione e interazione».

Sul rapporto tra il digitale e l’evangelizzazione si è concentrato l’intervento di don Michel Remery, sacerdote olandese e direttore di DeoQuest, una iniziativa online ed editoriale che, da diversi anni, applica l’intelligenza artificiale in ambito cattolico: «Non dobbiamo averne paura ma è importante ripensare la tecnologia, la sua etica e come essa può contribuire a connetterci con Dio. Ovvero ad avvicinare gli uomini promuovendo le relazioni, ad aiutarci a portare il Vangelo, a sostenere chi è più debole e a fare del bene».

Don Remery ha sottolineato come la tecnologia non sia (anche) oggi utilizzata come strumento di pace ma, spesso, come veicolo di disinformazione e ha ricordato il cammino di riflessione promosso dalla Chiesa nel promuovere un’etica dell’intelligenza artificiale.

L’incontro è stato rivolto, in particolare, al gruppo giovani — seguito da don Lorenzo Gallo — del Circolo San Pietro di cui è assistente ecclesiastico monsignor Franco Camaldo. Per il presidente Niccolò Sacchetti «viviamo una fase storica in cui la ricerca e lo sviluppo della tecnologia hanno raggiunto un livello mai sperimentato nella storia dell’umanità. È importante proseguire, come avvenuto nella storia del Circolo, a favorire occasioni di formazione per comprendere quali mutamenti sociali possono scaturire da tali innovazioni, con l’attenzione rivolta, in particolare, alle nuove forme di povertà ed esclusione sociale».

di Fabio Bolzetta