· Città del Vaticano ·

Ad Abu Dhabi il summit delle fedi sull’azione per il clima in vista della Cop28

Appello all’umanità per la salvaguardia della natura

 Appello all’umanità per la salvaguardia della natura  QUO-254
06 novembre 2023

Un summit che riunisce ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, il 6 e 7 novembre, numerosi rappresentanti e leader di diverse religioni, in vista del vertice sul clima Cop28, previsto all’inizio di dicembre a Dubai, sempre negli Emirati. È il Global Faith Summit on Climate Action, ospitato dallo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti: un evento che vuole sottolineare il ruolo centrale delle comunità e delle istituzioni religiose nell’affrontare la crisi climatica. Leader religiosi e rappresentanti di oltre 30 fedi, insieme a esperti, giovani, leader femminili e circoscrizioni indigene, hanno collaborato per produrre una dichiarazione comune delle fedi sull’azione per il clima. La dichiarazione sarà firmata durante il vertice e dovrebbe sfruttare l’influenza collettiva delle comunità e delle istituzioni religiose per ispirare la giustizia climatica a livello globale.

Riconoscendo che oltre l’84 per cento della popolazione mondiale si identifica con una religione, la dichiarazione delle fedi cerca di unire rappresentanti religiosi, comunità e istituzioni per promuovere l’azione per il clima. Il vertice è organizzato dal Consiglio musulmano degli anziani (Mce) in collaborazione con la Santa Sede, la presidenza della Cop28 e il Programma ambientale delle Nazioni Unite (Unep). In un comunicato stampa, Sultan Al Jaber, presidente della Cop28, ha sottolineato l’approccio inclusivo della presidenza della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. «Le comunità e le organizzazioni basate sulla fede — ha dichiarato Al Jaber — svolgono un ruolo cruciale nell’aiutare il mondo ad affrontare il cambiamento climatico. Il nostro obiettivo è quello di garantire che la Cop28 amplifichi l’appello all’azione dei leader religiosi globali a molte comunità del mondo per impegnarsi nell’azione per il clima».

Il segretario generale del Consiglio musulmano degli anziani, il giudice egiziano Mohamed Abdelsalam, ha espresso le sue speranze per l’evento e ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra fede e scienza per combattere il cambiamento climatico e assicurare una giusta transizione energetica. Il cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, prefetto del Dicastero per il Dialogo interreligioso, tra i presenti al vertice, ha sottolineato che i partecipanti, provenienti da diversi contesti religiosi, riconoscono il loro dovere morale e religioso di proteggere il nostro pianeta. «Tutti noi partecipanti, che rappresentiamo diverse religioni e provenienze — ha spiegato il porporato — riconosciamo di avere la responsabilità morale e religiosa di dare forma a un’etica della cura della Terra, la nostra casa comune. Questo vertice, che riunisce sia le alte sfere che la base, è un appello a tutta l’umanità a salvaguardare la natura».

Il vertice precede la 28ª Conferenza delle Parti dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc) la Cop28, che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre prossimi. Durante la Conferenza, il Consiglio musulmano degli anziani, in collaborazione con la presidenza della Cop28, l’Unep, la Santa Sede e una coalizione di partner religiosi, ospiterà il Padiglione della fede. Si tratterà del primo padiglione di questo tipo in un evento Cop, che fungerà da fulcro centrale per promuovere la collaborazione e l’impegno interreligioso, con l’obiettivo finale di stimolare un’azione climatica efficace e ambiziosa. Si prevede che la Cop28 riunirà oltre 70.000 partecipanti, tra cui capi di Stato, funzionari governativi, leader industriali, rappresentanti del settore privato, accademici, esperti, giovani e attori non statali.

Come da mandato dell’Accordo sul clima di Parigi del 2015, la Cop28 degli Emirati Arabi Uniti fornirà il primo Global Stocktake, una valutazione completa dei progressi verso gli obiettivi climatici. Dalla Conferenza di Dubai dovrà uscire una chiara tabella di marcia per accelerare la transizione energetica globale e adottare un approccio inclusivo all’azione per il clima, senza lasciare indietro nessuno.