La morte di tanti innocenti
Pubblichiamo di seguito la trascrizione dell’omelia pronunciata a braccio da Papa Francesco durante le celebrazione della messa per la commemorazione di Tutti i fedeli defunti, presieduta ieri, giovedì 2 novembre, al Rome War Cemetery.
La celebrazione di un giorno come quello di oggi ci porta a due pensieri: memoria e speranza.
Memoria di coloro che ci hanno preceduto, che hanno trascorso la loro vita, che hanno concluso questa vita; memoria di tanta gente che ci ha fatto del bene: in famiglia, tra gli amici... E memoria anche di coloro che non sono riusciti a fare tanto bene, ma sono stati ricevuti nella memoria di Dio, nella misericordia di Dio. È il mistero della grande misericordia del Signore.
E poi speranza. Quella di oggi è una memoria per guardare avanti, per guardare il nostro cammino, la nostra strada. Noi camminiamo verso un incontro, con il Signore e con tutti. E dobbiamo chiedere al Signore questa grazia della speranza: la speranza che mai delude, mai; la speranza, che è la virtù di tutti i giorni che ci porta avanti, ci aiuta a risolvere dei problemi e a cercarne le vie d’uscita. Ma sempre avanti, avanti. Quella speranza feconda, quella virtù teologale di tutti i giorni, di tutti i momenti: la chiamerò la virtù teologale “della cucina”, perché è alla mano e ci viene sempre in aiuto. La speranza che non delude: viviamo in questa tensione fra memoria e speranza.
Vorrei soffermarmi su una cosa che mi è accaduta all’entrata. Guardavo l’età di questi caduti. La maggioranza è tra i 20 e i 30 anni. Vite stroncate, vite senza futuro. E ho pensato ai genitori, alle mamme che ricevevano quella lettera: “Signora, ho l’onore di dirle che lei ha un figlio eroe”. “Sì, eroe, ma me l’hanno tolto!”. Tante lacrime in quelle vite stroncate. E non potevo non pensare alle guerre di oggi. Anche oggi succede lo stesso: tante persone giovani e non più giovani… Nelle guerre del mondo, anche in quelle più vicine a noi, in Europa e al di fuori: quanti morti! Si distrugge la vita senza averne coscienza.
Oggi, pensando ai morti, custodendo la memoria dei morti e custodendo la speranza, chiediamo al Signore la pace, perché la gente non si uccida più nelle guerre. Tanti innocenti morti, tanti soldati che vi lasciano la vita. Ma questo, perché? Le guerre sono sempre una sconfitta, sempre. Non c’è vittoria totale, no. Sì, uno vince sull’altro, ma dietro c’è sempre la sconfitta del prezzo pagato. Preghiamo il Signore per i nostri defunti, per tutti, per tutti: che il Signore li riceva tutti. E preghiamo anche perché il Signore abbia pietà di noi e ci dia speranza: la speranza di andare avanti e di poterli trovare tutti insieme con Lui, quando ci chiamerà. Così sia.
In visita anche al Cimitero acattolico
La deposizione di un fascio di rose bianche davanti a una delle tante lapidi di marmo e la preghiera silenziosa durante il giro solitario compiuto tra le stesse: Francesco ha iniziato così ieri mattina, giovedì 2 novembre, la visita al Rome War Cemetery, dove ha presieduto la messa nel giorno della commemorazione di Tutti i fedeli defunti. Rinnovando una tradizione che si è ripetuta diverse volte durante il pontificato, Papa Bergoglio si è recato in un luogo di sepoltura dei morti, scegliendo per la circostanza il camposanto che nel quartiere romano di Testaccio accoglie le spoglie dei militari del Commonwealth caduti durante il Secondo conflitto mondiale. Una decisione particolarmente significativa in questi giorni segnati da guerre e violenze, in particolare in Terra Santa e nella martoriata Ucraina.
In una mattinata di pioggia alternata a schiarite, il Pontefice al suo arrivo ha salutato il gruppo di persone che erano ad attenderlo all’ingresso nonostante il maltempo. Quindi, all’interno del mausoleo di forma cilindrica caratteristico di questo cimitero di guerra, è stato salutato dalle autorità della Commonwealth War Graves Commission, che si occupa della sua gestione: il vice chairman Peter Hudson, l’area director Geert Bekaert e la country manager Italy Claudia Scimonelli. Infine, dopo aver pregato in silenzio tra le tombe, alla presenza di circa trecento fedeli il Papa ha presieduto l’Eucaristia sull’altare allestito di fronte a una grande croce marmorea.
Al termine, prima di rientrare in Vaticano, Francesco ha compiuto una breve sosta nel vicino Cimitero acattolico per gli stranieri a Roma. La direttrice Yvonne A. Mazurek lo ha accolto con un mazzo di rose rosse. E il Papa ha disposto di deporre i fiori sulla tomba dell’ex presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, che veniva inaugurata nella stessa mattinata.