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Il 1° novembre scatta il giro di vite contro i migranti irregolari annunciato dal Pakistan: 1,7 milioni di rifugiati afghani costretti a lasciare il Paese

Drammatico ultimatum

TOPSHOT - Afghan refugees rest beside a truck on their arrival from Pakistan at the ...
31 ottobre 2023

Ore concitate e disperate per centinaia di migliaia di rifugiati afghani in Pakistan. Da domani, primo novembre, scatta il giro di vite annunciato dalle autorità di Islamabad contro i «migranti irregolari»: se non lasceranno volontariamente il territorio pakistano, circa 1,7 milioni di afghani che vivono in Pakistan senza documenti validi saranno esposti a misure come l’arresto o la deportazione.

Una scelta drammatica per molti di loro, tra cui buona parte dei 700.000 afghani fuggiti nel Paese confinante dopo il ritorno dei talebani al potere nell’agosto del 2021. I flussi migratori verso la frontiera afghana — in un viaggio a ritroso fino a poco tempo a impensabile per molti — sono in constante aumento dalla stretta delle autorità pakistane annunciata un mese fa. A inizio settembre, scrive l’agenzia Reuters, una media di 300 persone al giorno attraversava la frontiera verso l’Afghanistan, mentre da ottobre questi transiti giornalieri sono balzati a circa 4.000. E la situazione si è ulteriormente aggravata in quest’ultime ore, quando migliaia di afghani stanno raggiungendo i valichi di frontiera, stipati in automobili, autobus o altri mezzi di fortuna carichi di beni di prima necessità. Come nell’area di Chaman, da dove arriva la foto, che oggi registra l’arrivo di più di 10.000 rifugiati afghani.

In Pakistan, intanto, già si avvertono i primi effetti della stretta. Lunedì le scuole che insegnano ai bambini afghani hanno iniziato a chiudere, anche perché molte famiglie si sono nascoste in vista della scadenza del primo novembre lasciando le aule semi deserte. Per le giovani afghane una dura privazione. E la prospettiva di tornare in patria non è migliore, implica l’esclusione dal percorso educativo visto che i talebani vietano alle ragazze l’accesso all’istruzione dopo la scuola primaria.

La comunità afghana è molto consistente in Pakistan: circa 4 milioni, secondo l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), molti dei quali vivono nel Paese da più di 40 anni. Ma il Pakistan è a sua volta alle prese con una grave crisi economica, con problemi sul fronte della sicurezza e si appresta ad andare alle elezioni all’inizio del 2024.

Proprio gli aspetti legati alla sicurezza sono uno dei motivi scatenanti di questa decisione. L’avvento al potere dei talebani nel 2021 ha portato a un deterioramento sul fronte securitario in Pakistan, che condivide oltre 2600 km di confine con l’Afghanistan. Diversi attacchi terroristici in territorio pakistano sono stati attribuiti da Islamabad a gruppi con sede in Afghanistan, nonostante le smentite dei talebani.

Le autorità di Islamabad assicurano che i trasferimenti saranno gestiti in maniera ordinata e graduale. Ma dall’Onu è arrivato un monito sugli sgomberi forzati, che potrebbero portare a «una catastrofe dei diritti umani». L’Afghanistan è inoltre alle prese con una precaria situazione economica, con 28 milioni di persone esposte a una grave condizione di insicurezza alimentare. (valerio palombaro)