· Città del Vaticano ·

Il messaggio del Papa per la giornata mondiale dei poveri (19 novembre)

«Non distogliere lo sguardo dal povero»

Pope Francis during a lunch with the poor on the occasion of the World Day of the Poor inside of the ...
04 novembre 2023

È tratto dal libro di Tobia (4,7) il tema scelto da Papa Francesco per la settima Giornata mondiale dei poveri che si celebra il 19 novembre. In questo testo poco conosciuto dell’Antico Testamento — spiega il Papa nel messaggio pubblicato in preparazione alla giornata — viene presentata l’eredità spirituale che il vecchio Tobi consegna al figlio Tobia. Sposo fedele e padre premuroso, Tobi ha sempre confidato nel Signore. Deportato e umiliato ha dedicato la sua vita alle opere di carità e proprio per questo è stato privato di ogni suo bene. Anzi, ha pure perduto la vista dopo aver compiuto un gesto di misericordia dando sepoltura a un povero ucciso e lasciato in mezzo alla piazza.

L’aver sperimentato la povertà sulla propria pelle lo renderà però capace di riconoscere i poveri. «Pertanto — scrive Papa Francesco nel messaggio — le parole che rivolge al figlio Tobia sono la sua genuina eredità: “Non distogliere lo sguardo da ogni povero” (4,7). Insomma, quando siamo davanti a un povero non possiamo voltare lo sguardo altrove, perché impediremmo a noi stessi di incontrare il volto del Signore Gesù».

«E — raccomanda il Pontefice — notiamo bene quell’espressione “da ogni povero”. Ognuno è nostro prossimo. Non importa il colore della pelle, la condizione sociale, la provenienza… Se sono povero, posso riconoscere chi è veramente il fratello che ha bisogno di me. Siamo chiamati a incontrare ogni povero e ogni tipo di povertà, scuotendo da noi l’indifferenza e l’ovvietà con le quali facciamo scudo a un illusorio benessere».

«Viviamo un momento storico che non favorisce l’attenzione verso i più poveri — sottolinea il Pontefice —. Il volume del richiamo al benessere si alza sempre di più, mentre si mette il silenziatore alle voci di chi vive nella povertà... I poveri diventano immagini che possono commuovere per qualche istante, ma quando si incontrano in carne e ossa per la strada, allora subentrano il fastidio e l’emarginazione. La fretta, quotidiana compagna di vita, impedisce di fermarsi, di soccorrere e prendersi cura dell’altro. La parabola del buon samaritano (cfr Lc 10,25-37) non è un racconto del passato, interpella il presente di ognuno di noi. Delegare ad altri è facile; offrire del denaro perché altri facciano la carità è un gesto generoso; coinvolgersi in prima persona è la vocazione di ogni cristiano».

Per questo, ispirandosi proprio alla testimonianza di Tobi, il Papa propone per il 19 novembre un gesto concreto: invitare un povero «a condividere il pranzo domenicale, dopo aver condiviso la Mensa eucaristica. L’Eucaristia celebrata diventerebbe realmente criterio di comunione. D’altronde, se intorno all’altare del Signore siamo consapevoli di essere tutti fratelli e sorelle, quanto più diventerebbe visibile questa fraternità condividendo il pasto festivo con chi è privo del necessario!».